Blitz della polizia contro rete Al Qaeda in Italia

Cronaca

L'organizzazione terroristica aveva base operativa in Sardegna. 18 gli arresti, tra cui i presunti autori della strage di Peshawar del 2009 e due fiancheggiatori di Bin Laden. Inquirenti: ipotesi che stessero progettando un attentato al Vaticano

Un network terroristico affiliato ad Al Qaeda con base in Sardegna, soldi e armi in abbondanza e la capacità potenziale di mettere a segno attentati anche nel nostro Paese: tra gli obiettivi, secondo le intercettazioni, persino il Vaticano. E' la "scoperta" fatta dalla Polizia di Stato che al termine di indagini scattate già nel 2009 ha smantellato l'organizzazione: 18 le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse, nove delle quali eseguite - nei confronti di 8 pachistani e di un afgano - mentre altri tre sono ancora ricercati e altri ancora risultano emigrati all'estero. "La cellula era ancora attiva" ha detto il questore di Sassari a Sky TG24 (video).

Tra gli arrestati gli autori della strage di Peshawar - Il blitz ha coinvolto le province di Sassari, Bergamo, Macerata, Roma, Frosinone e Foggia: gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di atti terroristici all'estero (il più grave, la strage nel mercato cittadino Meena Bazar in Peshawar il 28 ottobre del 2009, con oltre 100 vittime) e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, usata come fonte di autofinanziamento: parte dei clandestini arrivavano in Italia, altri venivano smistati in Paesi del nord Europa. Per aggirare le norme su ingresso e permanenza sul territorio nazionale, si ricorreva a falsi contratti di lavoro rilasciati da imprenditori compiacenti o si spacciavano i diretti interessati per vittime di persecuzioni etniche o religiose.

Indizi su possibile attentato al Vaticano - Dalle conversazioni intercettate tra i componenti della cellula di Al Qaeda che ha operato in Sardegna è emersa inoltre la presenza in Italia di un kamikaze e l'ipotesi che si progettasse un attentato in Vaticano. Lo hanno riferito gli inquirenti nel corso della conferenza stampa in procura a Cagliari (video).

Imam raccoglieva fondi in Italia - L’attività investigativa della Polizia di Stato ha permesso di riscontrare che l’organizzazione criminale aveva a disposizione armi in abbondanza e numerosi fedeli che erano disposti a compiere atti di terrorismo in Pakistan ed Afghanistan, per poi rientrare in Italia.
L'inchiesta ha evidenziato anche la presenza di un Imam, operante tra Brescia e Bergamo, che avrebbe stimolato la raccolta di fondi presso le comunità pakistano- afghane, radicate nel territorio italiano. I fondi venivano inviati in Pakistan mediante membri dell’organizzazione che aggiravano i sistemi di controllo sull’esportazione doganale di denaro.

Alfano: "Straordinaria operazione" - Il blitz è "una straordinaria operazione", e la conferma che "il nostro sistema funziona", ha sottolineato il ministro dell'Interno Angelino Alfano (video). "La nostra è una grande democrazia, il nostro è un grande Paese in grado di assestare questi colpi". Dal fondamentalismo arriva "un pericolo grave per l'ordine politico, perché produce delle violenze indefinite", ha detto infine il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin: di fronte al rischio terrorismo "siamo tutti esposti" e "abbiamo tutti paura", ma al tempo stesso "il Papa è molto tranquillo in questo, basta vedere come incontra le persone con grande lucidità e serenità".

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