Arrestato Manenti: l'accusa è reimpiego di capitali illeciti

Cronaca

Oltre al patron del Parma Calcio sono coinvolte 21 persone. Reati contestati: peculato e autoriciclaggio con l'aggravante del metodo mafioso. Perquisizioni nella sede della Ragioneria generale dello Stato. Lucarelli: "E' uno schifo"

Il presidente del Parma Giampietro Manenti è stato arrestato dagli uomini della Guardia di finanza nell'ambito dell'operazione coordinata dalla Procura di Roma. L'accusa nei confronti del patron del Parma è di reimpiego di capitali illeciti. "E' tutto uno schifo" è il commento del capitano del Parma Alessandro Lucarelli cercava disperatamente risorse "per far fronte alla situazione di deficit finanziario del club emiliano".

22 arresti e 65 perquisizioni - Oltre a Manenti, sono stati eseguiti 21 arresti. I reati contestati, spiegano gli inquirenti in conferenza stampa, vanno da "concorso in peculato all'associazione a delinquere al riciclaggio, l'impiego, la frode informatica e, per la prima volta, applichiamo la nuova figura di reato dell'autoriciclaggio. In relazione ad alcuni episodi - aggiungono -  abbiamo chiesto e ottenuto dal gip che le condotte di reato fossero aggravate dal cosiddetto metodo mafioso" (VIDEO). Eseguite inoltre 65 perquisizioni in varie città italiane compresa, a quanto si apprende, la sede nella sede della Ragioneria generale dello Stato a Roma.

Arrestati tentarono di dare a Manenti 4,5 mln - Tra il 10 febbraio 2015 e il 13 febbraio 2015, chiarisce il procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino, gli arrestati "sono riusciti a effettuare due trasferimenti di danaro da una banca svizzera verso altri conti. Il primo trasferimento ammontava a 10 milioni di dollari, il secondo di 30 milioni di euro". Secondo l'accusa, il gruppo criminale sgominato dalla Gdf avrebbe tentato di mettere a disposizione di Giampietro Manenti 4,5 milioni di euro tramite "provviste finanziarie su carte di credito clonate attraverso l'uso delle somme in operazioni commerciali come sponsorizzazioni, gadget e abbonamenti allo stadio". Prestipino in conferenza stampa spiega poi che l'operazione di riciclaggio non è andata a buon fine per problemi tecnici e a quel punto sono intervenuti i finanzieri.

Lucarelli: è tutto uno schifo - "Ogni giorno prendiamo bastonate in faccia come tifosi, città, squadra. Mi auguro che prima o poi tutto questo finisca perché onestamente non ne possiamo più" commenta il capitano del Parma Alessandro Lucarelli.  E a chi gli chiede se ora sarà difficile giocare, risponde: "E' tanto che è difficile giocare, non è ora. E' tutto uno schifo". Interviene anche il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti: "Qui non c'è spazio per i disonesti" scrive su Twitter.

Giovedì 19 l'udienza in Tribunale - Pizzarotti aveva interrotto ogni tipo di rapporto con il numero del Parma Fc dopo l'ultimo incontro in Comune, dove Manenti non aveva presentato alcune garanzie economiche. Nei giorni scorsi l'amministrazione municipale, tramite la sua partecipata ParmaInfrastrutture, aveva anche revocato la concessione dello stadio al club crociato. Giovedì 19 marzo di fronte al Tribunale di Parma si terrà l'udienza per discutere la richiesta di fallimento presentata dalla Procura di Parma per inadempienze fiscali.
"Avevamo già detto pubblicamente che ritenevamo questa persona non adatta al ruolo che rivestiva" dice a Sky TG24 l'assessore allo Sport del Comune di Parma Giovanni Marani. Quanto all'udienza di giovedì, afferma: "Il nostro obiettivo è la continuità aziendale".

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