Dopo otto ore di interrogatorio gli inquirenti hanno emesso il provvedimento. La donna è accusata anche di occultamento di cadavere. Avrebbe agito da sola. Ma lei si difende: "Non sono stata io". Il marito: "Se è stata lei, dica perché poi può morire"
Omicidio volontario, aggravato dal legame di parentela, e occultamento di cadavere. Nella notte tra l'8 e il 9 dicembre, dopo quasi otto ore di interrogatorio, la procura di Ragusa ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti di Veronica Panarello, 26 anni, la mamma del piccolo Loris (le immagini della donna che arriva in Questura dopo l'interrogatorio in Procura - video). Sarebbe stata dunque lei, secondo magistrati e investigatori di polizia e carabinieri, ad uccidere con una fascetta da elettricista il figlio di 8 anni la mattina di sabato 29 novembre. E sarebbe stata sempre lei a gettare il corpicino nel canalone in contrada Mulino Vecchio, a meno di due chilometri di distanza dal centro di Santa Croce Camerina. Smentendo le voci circolate negli ultimi giorni, infatti, la donna avrebbe fatto quindi tutto da sola: nessun complice, nessun aiuto. (La ricostruzione del caso - VIDEO).
Starebbe rispondendo alle domande - La donna, che ha passato la notte in Questura, nella tarda mattinata è tornata davanti ai pm per un nuovo interrogatorio, questa volta in presenza del suo legale.
La donna: non l'ho ucciso io - Ieri sera, portata in Questura alle 17 per un interrogatorio trasformatosi poi in provvedimento di fermo, Veronica Panarello ha invece esplicitamente negato qualsiasi coinvolgimento nell'omicidio. "Non l'ho ucciso io, lui era il mio bambino" ha ripetuto davanti ai magistrati della Procura di Ragusa. Al suo fianco, fin dall'inizio, il marito: "Se è stata davvero lei mi cade il mondo addosso" avrebbe detto. Aggiungendo, poi, parole che chiariscono il suo attuale stato d'animo: "Se è stata lei mi deve dire perché, poi può pure morire".
36 minuti di vuoto - Sono tante, infatti, le domande senza risposta. Perché, ad esempio, ha detto che quella mattina Loris è andato a scuola quando invece una telecamera riprende il piccolo tornare a casa? Perché ha detto di essere arrivata con l'auto nei pressi della Falcone e Borsellino quando invece ben 4 telecamere non 'vedono' la Polo nera passare nell'orario indicato? E cosa è successo davvero in quei 36 minuti in cui è rimasta sola con Loris in casa? Ed infine, cosa ha fatto nei 6 minuti che ha 'perso' nei pressi della strada che porta al Mulino Vecchio? (Ecco il video del tragitto della donna).
Le fascette - Interrogatorio alle 10 - Tra le questioni ancora aperte c'è poi quella delle fascette, aspetto che molti non escludono possa essere una sorta di messaggio che la donna abbia voluto mandare. Quando le due maestre di Loris si sono presentate a casa della famiglia per fare le condoglianze, lunedì scorso, Veronica ha infatti dato loro un mazzo di fascette di plastica, di quelle da elettricista, dicendo che il piccolo le aveva detto che sarebbero servite per dei lavoretti a scuola. Sorprese, entrambe le maestre hanno spiegato di non aver mai chiesto ai bambini di portare oggetti così pericolosi in classe (le parole della preside - video).
Ma le fascette che Veronica ha consegnato sono compatibili con quelle con cui è stato ucciso e legato il piccolo Loris. Che è morto tra le 9 e le 10.30, un orario compatibile con quei 36 minuti in cui i due sarebbero rimasti soli in casa. Per la Procura è la mezz'ora in cui Loris viene ucciso. Poi Veronica lo avrebbe caricato in auto, passando dal garage, e lo avrebbe portato nel canalone a Mulino Vecchio.
Starebbe rispondendo alle domande - La donna, che ha passato la notte in Questura, nella tarda mattinata è tornata davanti ai pm per un nuovo interrogatorio, questa volta in presenza del suo legale.
La donna: non l'ho ucciso io - Ieri sera, portata in Questura alle 17 per un interrogatorio trasformatosi poi in provvedimento di fermo, Veronica Panarello ha invece esplicitamente negato qualsiasi coinvolgimento nell'omicidio. "Non l'ho ucciso io, lui era il mio bambino" ha ripetuto davanti ai magistrati della Procura di Ragusa. Al suo fianco, fin dall'inizio, il marito: "Se è stata davvero lei mi cade il mondo addosso" avrebbe detto. Aggiungendo, poi, parole che chiariscono il suo attuale stato d'animo: "Se è stata lei mi deve dire perché, poi può pure morire".
36 minuti di vuoto - Sono tante, infatti, le domande senza risposta. Perché, ad esempio, ha detto che quella mattina Loris è andato a scuola quando invece una telecamera riprende il piccolo tornare a casa? Perché ha detto di essere arrivata con l'auto nei pressi della Falcone e Borsellino quando invece ben 4 telecamere non 'vedono' la Polo nera passare nell'orario indicato? E cosa è successo davvero in quei 36 minuti in cui è rimasta sola con Loris in casa? Ed infine, cosa ha fatto nei 6 minuti che ha 'perso' nei pressi della strada che porta al Mulino Vecchio? (Ecco il video del tragitto della donna).
Le fascette - Interrogatorio alle 10 - Tra le questioni ancora aperte c'è poi quella delle fascette, aspetto che molti non escludono possa essere una sorta di messaggio che la donna abbia voluto mandare. Quando le due maestre di Loris si sono presentate a casa della famiglia per fare le condoglianze, lunedì scorso, Veronica ha infatti dato loro un mazzo di fascette di plastica, di quelle da elettricista, dicendo che il piccolo le aveva detto che sarebbero servite per dei lavoretti a scuola. Sorprese, entrambe le maestre hanno spiegato di non aver mai chiesto ai bambini di portare oggetti così pericolosi in classe (le parole della preside - video).
Ma le fascette che Veronica ha consegnato sono compatibili con quelle con cui è stato ucciso e legato il piccolo Loris. Che è morto tra le 9 e le 10.30, un orario compatibile con quei 36 minuti in cui i due sarebbero rimasti soli in casa. Per la Procura è la mezz'ora in cui Loris viene ucciso. Poi Veronica lo avrebbe caricato in auto, passando dal garage, e lo avrebbe portato nel canalone a Mulino Vecchio.