La decisione è arrivata dopo l'acquisizione di filmati che smentirebbero la ricostruzione della mamma del piccolo. Non ci sono comunque nuovi indagati. Intanto il cacciatore che ha rinvenuto il corpo dice: "Ho un alibi di ferro"
Si concentra sulle immagini dell'auto della madre di Loris, riprese dalle telecamera di videosorveglianza la mattina di sabato 29 novembre, l'attenzione degli inquirenti che indagano sull'omicidio del bambino di 8 anni ucciso a Santa Croce Camerina (Ragusa).
I carabinieri hanno perquisito nel pomeriggio di mercoledì la casa della madre, dopo l'indiscrezione, filtrata dalle agenzie di stampa, secondo cui ci sarebbero dei filmati che smentirebbero la ricostruzione della madre. In base alla versione della donna, alle 8.25 avrebbe lasciato Loris davanti alla scuola per poi andare via verso l'asilo con il figlio più piccolo. Ieri la donna aveva ribadito la sua versione agli inquirenti che l'avevano convocata in questura.
I filmati delle telecamere non inquadrerebbero però mai il piccolo all'interno dell'auto.
"Esiste una serie di video che sono allo studio. Ci sono 42 telecamere su 24 ore e sono tutte interessanti ed utili" ha detto il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, in un incontro con i giornalisti.
Il procuratore: "In casa della madre acquisizioni di elementi" - "Non si sta indagando nei confronti di una specifica persona, si tratta di atti specifici di polizia giudiziaria per l'acquisizione di elementi che potrebbero rivelarsi utili al proseguimento delle indagini". Cosi' il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, ha spiegato ai giornalisti la presenza degli investigatori in casa della mamma del piccolo Loris. Poi ha voluto sottolineare più volte che le uniche informazioni ufficiali riguardanti il caso sono quelle veicolate dalla Procura: tutto il resto "rischiano di essere informazioni sbagliate e che danneggerebbero, forse in modo irreparabile, le indagini". E ha concluso: la reazione dello Stato "davanti ad un fatto di inaudita gravità è stata molto forte" visto che a disposizione degli inquirenti "c'è il meglio delle forze di polizia del Paese".
Il legale della mamma: "Parte lesa" - "La mamma di Loris non è indagata, e a casa sua non è stata eseguita nessuna perquisizione ma sono stati disposti accertamenti utili alle indagini. Lei è parte lesa nell'inchiesta" lo ha detto l'avvocato della famiglia, Francesco Villardita, che la rappresenta, a conclusione dei rilievi. E ai giornalisti che gli chiedevano delle incongruenze che sarebbero emerse dai filmati dice: "Voi li avete visti? La signora ha portato il figlio a scuola".
Il cacciatore: "Ho alibi verificabile" - In prefettura si è invece riunito il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Annunziato Vardè. Alla riunione ha partecipato anche il sindaco di Santa Croce Camerina, Franca Iurato. In paese, intanto, la gente si mostra solidale con il cacciatore Orazio Fidone, che dopo aver trovato sabato il cadavere del piccolo Loris, è stato indgato dalla Procura come atto dovuto per compiere accertamenti sulle sue vetture e sui suoi abiti. Fidone questa mattina ha preso un caffè nella piazza centrale piazza del paese ed è stato abbracciato da diversi suoi concittadini che lo hanno avvicinato per dargli solidali pacche sulla spalla. "Sì, ho un alibi, ed è anche facilmente verificabile: sabato mattina non ero a Santa Croce Camerina", ha detto.
I carabinieri hanno perquisito nel pomeriggio di mercoledì la casa della madre, dopo l'indiscrezione, filtrata dalle agenzie di stampa, secondo cui ci sarebbero dei filmati che smentirebbero la ricostruzione della madre. In base alla versione della donna, alle 8.25 avrebbe lasciato Loris davanti alla scuola per poi andare via verso l'asilo con il figlio più piccolo. Ieri la donna aveva ribadito la sua versione agli inquirenti che l'avevano convocata in questura.
I filmati delle telecamere non inquadrerebbero però mai il piccolo all'interno dell'auto.
"Esiste una serie di video che sono allo studio. Ci sono 42 telecamere su 24 ore e sono tutte interessanti ed utili" ha detto il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, in un incontro con i giornalisti.
Il procuratore: "In casa della madre acquisizioni di elementi" - "Non si sta indagando nei confronti di una specifica persona, si tratta di atti specifici di polizia giudiziaria per l'acquisizione di elementi che potrebbero rivelarsi utili al proseguimento delle indagini". Cosi' il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, ha spiegato ai giornalisti la presenza degli investigatori in casa della mamma del piccolo Loris. Poi ha voluto sottolineare più volte che le uniche informazioni ufficiali riguardanti il caso sono quelle veicolate dalla Procura: tutto il resto "rischiano di essere informazioni sbagliate e che danneggerebbero, forse in modo irreparabile, le indagini". E ha concluso: la reazione dello Stato "davanti ad un fatto di inaudita gravità è stata molto forte" visto che a disposizione degli inquirenti "c'è il meglio delle forze di polizia del Paese".
Il legale della mamma: "Parte lesa" - "La mamma di Loris non è indagata, e a casa sua non è stata eseguita nessuna perquisizione ma sono stati disposti accertamenti utili alle indagini. Lei è parte lesa nell'inchiesta" lo ha detto l'avvocato della famiglia, Francesco Villardita, che la rappresenta, a conclusione dei rilievi. E ai giornalisti che gli chiedevano delle incongruenze che sarebbero emerse dai filmati dice: "Voi li avete visti? La signora ha portato il figlio a scuola".
Il cacciatore: "Ho alibi verificabile" - In prefettura si è invece riunito il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Annunziato Vardè. Alla riunione ha partecipato anche il sindaco di Santa Croce Camerina, Franca Iurato. In paese, intanto, la gente si mostra solidale con il cacciatore Orazio Fidone, che dopo aver trovato sabato il cadavere del piccolo Loris, è stato indgato dalla Procura come atto dovuto per compiere accertamenti sulle sue vetture e sui suoi abiti. Fidone questa mattina ha preso un caffè nella piazza centrale piazza del paese ed è stato abbracciato da diversi suoi concittadini che lo hanno avvicinato per dargli solidali pacche sulla spalla. "Sì, ho un alibi, ed è anche facilmente verificabile: sabato mattina non ero a Santa Croce Camerina", ha detto.