Righi è stato riconosciuto colpevole di omicidio preterintenzionale. Il 23 febbraio, dopo una lite per una questione di viabilità, ha aggredito il lavoratore con una confezione di bottiglie d'acqua
Ha scagliato una confezione di bottiglie d'acqua contro il volto di Alfredo Famoso, tassista di 65 anni, il quale cadendo a terra è finito in coma ed è morto due giorni dopo. Era il 25 febbraio. Oggi 19 novembre la Corte d'Assise di Milano ha condannato Davide Guglielmo Righi a 10 anni di carcere. Il consulente informatico, ora ai domiciliari, è stato dunque riconosciuto colpevole di omicidio preterintenzionale. "E' una pena troppo bassa" è stato il primo commento della famiglia della vittima.
La ricostruzione - L'aggressione avvenuta a Milano il 23 febbraio sarebbe nata da una questione futile, che si è poi conclusa in tragedia: il tassista di 68 anni non si è fermato per far passare sulle strisce pedonali, in via Morgagni, Righi e la sua compagna incinta al nono mese, che stavano per attraversare. Secondo la ricostruzione, quando il tassista è sceso dall'auto, Righi lo ha colpito al volto con una confezione di bottiglie di plastica.
Righi condannato a 10 anni - La pena inferta è più "leggera" di quella richiesta dal pm Maria Teresa Latella che puntava a una condanna a 13 anni. I giudici
hanno riconosciuto provvisionali di risarcimento alla moglie della vittima (100mila euro), ai due figli (80mila euro a testa), ai due fratelli (30mila euro a testa). Alla Asl di
Milano è andato un risarcimento di 12mila euro. Il legale di parte civile aveva chiesto un risarcimento di 426mila euro a testa per la moglie e i due figli e di 161mila euro per
ciascuno dei due fratelli della vittima.
La versione dell'accusa - Stando a quanto accertato dalle indagini del procuratore aggiunto Alberto Nobili e del pm Latella, quando il tassista non si è fermato prima delle strisce pedonali per far passare Righi e la sua compagna, l'uomo ha subito scagliato una confezione con quattro bottiglie d'acqua contro la macchina. E poi, sempre
secondo l'accusa, quando il tassista è sceso, ha lanciato la confezione contro il volto dell'uomo. L'autopsia ha accertato che la causa della morte è stata un gravissimo trauma cranico legato alla caduta a terra, dopo che l'uomo era stato colpito al volto.
Righi era ai domiciliari - In un primo momento Righi è stato imputato di omicidio volontario sia con l'aggravante dei futili motivi che con quella della recidiva, a causa dei suoi precedenti penali per furto, violenza privata, molestie, disturbo alle persone e ingiuria. Ma il 27 febbraio scorso, il gip di Milano Gianfranco ha disposto la scarcerazione del consulente informatico riqualificando il reato in omicidio preterintenzionale.
La Corte d'Assise di Milano, infine, ha condannato l'imputato a 10 anni e ha deciso di non applicare né l'aggravante della recidiva, né quella dei futili motivi, come chiesto
dalla Procura.
La ricostruzione - L'aggressione avvenuta a Milano il 23 febbraio sarebbe nata da una questione futile, che si è poi conclusa in tragedia: il tassista di 68 anni non si è fermato per far passare sulle strisce pedonali, in via Morgagni, Righi e la sua compagna incinta al nono mese, che stavano per attraversare. Secondo la ricostruzione, quando il tassista è sceso dall'auto, Righi lo ha colpito al volto con una confezione di bottiglie di plastica.
Righi condannato a 10 anni - La pena inferta è più "leggera" di quella richiesta dal pm Maria Teresa Latella che puntava a una condanna a 13 anni. I giudici
hanno riconosciuto provvisionali di risarcimento alla moglie della vittima (100mila euro), ai due figli (80mila euro a testa), ai due fratelli (30mila euro a testa). Alla Asl di
Milano è andato un risarcimento di 12mila euro. Il legale di parte civile aveva chiesto un risarcimento di 426mila euro a testa per la moglie e i due figli e di 161mila euro per
ciascuno dei due fratelli della vittima.
La versione dell'accusa - Stando a quanto accertato dalle indagini del procuratore aggiunto Alberto Nobili e del pm Latella, quando il tassista non si è fermato prima delle strisce pedonali per far passare Righi e la sua compagna, l'uomo ha subito scagliato una confezione con quattro bottiglie d'acqua contro la macchina. E poi, sempre
secondo l'accusa, quando il tassista è sceso, ha lanciato la confezione contro il volto dell'uomo. L'autopsia ha accertato che la causa della morte è stata un gravissimo trauma cranico legato alla caduta a terra, dopo che l'uomo era stato colpito al volto.
Righi era ai domiciliari - In un primo momento Righi è stato imputato di omicidio volontario sia con l'aggravante dei futili motivi che con quella della recidiva, a causa dei suoi precedenti penali per furto, violenza privata, molestie, disturbo alle persone e ingiuria. Ma il 27 febbraio scorso, il gip di Milano Gianfranco ha disposto la scarcerazione del consulente informatico riqualificando il reato in omicidio preterintenzionale.
La Corte d'Assise di Milano, infine, ha condannato l'imputato a 10 anni e ha deciso di non applicare né l'aggravante della recidiva, né quella dei futili motivi, come chiesto
dalla Procura.