Figc, Carlo Tavecchio è il nuovo presidente

Cronaca

L'ex numero uno dei Dilettanti, al centro delle polemiche per frase su giocatori stranieri, eletto alla terza votazione con il 63,63%. Battuto Albertini. "Sarò presidente di tutti, anche di chi ha espresso dissenso". Sulle riforme: "Si fanno solo insieme"

Carlo Tavecchio è il nuovo presidente della Figc. A nominarlo, alla terza votazione, l'Assemblea elettiva della Federcalcio riunita a Fiumicino, che con il 63,63 per cento dei voti lo ha preferito a Demetrio Albertini. Succede a Giancarlo Abete, dimessosi dopo il flop mondiale della Nazionale.

"Abbandonare le divisioni e mettersi al lavoro" - “Sarò il presidente di tutti, soprattutto di quelli che hanno espresso il loro dissenso”, ha detto Tavecchio subito dopo l’elezione. Poi, trattenendo a fatica le lacrime, ha aggiunto: “Cercherò di migliorare il mio modo un po' ruvido e poco glamour, come qualcuno lo ha definito giustamente”. Sulle riforme per il calcio italiano: “Si fanno solo insieme, invito le componenti ad abbandonare le divisioni e mettersi al lavoro”. Il primo consiglio federale dell'era Tavecchio è fissato per lunedì 18 agosto, alle 12.
Il discorso di Tavecchio dopo l'elezione

La reazione di Albertini - "Volevo essere un'alternativa diversa, ma si è rivisto il corporativismo del patto delle Leghe. Il blocco è sempre difficile da scardinare. In bocca al lupo a Tavecchio, non sarà semplice sostituire Abete", ha detto lo sconfitto Demetrio Albertini. Dalla sua parte si erano schierati Assocalciatori e Assoallenatori. Con Tavecchio, invece, Lega Serie B, Lega Pro, Serie D e la maggioranza dei club di A (anche se a Juve e Roma, oppositori della prima ora, si erano via via aggiunte altre società).

I dati delle urne - L'ex numero uno della Lega dilettanti, finito nella bufera per una frase sui giocatori stranieri, l’ha spuntata al terzo scrutinio con 310.12 voti (63.63%). Demetrio Albertini si è fermato a 165.47 preferenze (33.95%). Le schede bianche sono state 11.79 (2,42%). I voti validamente espressi sono stati 487.38, gli accreditati non votanti 21.62 e il quorum richiesto era di 243,69 voti. I primi due turni di votazione si erano risolti in altrettante “fumate nere”. Al primo, Tavecchio ha avuto il 60,2 per cento delle preferenze e Albertini il 35,46 per cento (serviva il 75%). Al secondo (con quorum fissato al 66,6%) Tavecchio ha preso il 63,1 per cento e Albertini il 34 per cento. Nella terza "manche", quella decisiva, bastava ottenere il 50,01 per cento dei voti.

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