Caso Tavecchio, interviene anche l'Uefa

Cronaca

Dopo Fifa e Ue, l’unione delle associazione calcistiche europee ribadisce: "Tolleranza zero su razzismo e discriminazione". Intanto il Sassuolo ritira l’appoggio alla sua candidatura alla guida della Figc. Il presidente della Roma: “Parole umilianti”

Dopo la Fifa e la Commissione europea, anche l’Uefa interviene sul caso Tavecchio, il candidato alla presidenza della Figc (Federazione italiana gioco calcio) finito nella bufera per una frase sui giocatori stranieri pronunciata in pubblico ("Qui fanno i titolari quelli che prima mangiavano le banane" - VIDEO).
L'Uefa, che è l’unione delle associazioni calcistiche europee, si dice informata della vicenda di Carlo Tavecchio, e senza entrare nel merito, ribadisce di aver adottato "una chiara politica di tolleranza zero su razzismo e discriminazione". "Tutte le federazioni nazionali si sono impegnate a raddoppiare gli sforzi per sradicare il razzismo dal calcio. L'Uefa adotta una chiara politica di tolleranza zero riguardo al razzismo ed alla discriminazione. Nell'ambito delle nuove regole disciplinari entrate in vigore il primo giugno 2013, la lotta al razzismo è stata rinforzata, con sanzioni disciplinari più severe per eliminare tale comportamento", si legge nella dichiarazione dell'Uefa.

Brescia e Sassuolo ritirano appoggio - Intanto sembra sfaldarsi ulteriormente il fronte delle società che appoggiano la candidatura di Tavecchio. Nella giornata di martedì, dopo il dietrofront del Brescia, anche il Sassuolo ha ritirato il suo sostegno. "Il gruppo Mapei, proprietario del Sassuolo, fedele ai valori che ne hanno da sempre contraddistinto la presenza nel mondo dello sport, ritiene non più sostenibile la candidatura di Carlo Tavecchio", ha spiegato una nota del gruppo di Giorgio Squinzi.

Pallotta (Roma): "Sue parole umilianti" - Duro anche il presidente della Roma James Pallotta: "La nostra posizione è stata chiara fin dall'inizio. Riteniamo queste dichiarazioni imbarazzanti e umilianti per l'Italia. Non rappresenta l'Italia e nemmeno la Roma, e non capisco come alcuni club lo sostengano. Lui non è il nostro presidente di federazione".


Il tweet dell'altro candidato alla guida della Figc, Demetrio Albertini:

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