Il ministro dell'Ambiente: "Sul relitto una conferenza decisoria". Prosegue il processo a Grosseto. Il Codacons: violazione del diritto di difesa, annullare tutto. Testimonianza sull'inchino, la madre del maitre: "Da finestra vedevo le navi di mio figlio"
Sul trasferimento e lo smaltimento della Costa Concordia la decisione verrà presa entro il 16 giugno (SPECIALE - FOTO - VIDEO). Lo ha detto il ministro dell'ambiente, Gian Luca Galletti, martedì 27, a margine della presentazione dei risultati di una campagna condotta dalla Guardia Costiera. La soluzione per il relitto arriverà "con una conferenza dei servizi decisoria - ha spiegato Galletti - in cui saranno presenti tutti i livelli di governo che hanno voce in capitolo".
Codacons: "Annullare il processo" - Intanto il Codacons, parte civile nel processo sul naufragio, ha chiesto che venga dichiarata "la nullità dell'intera attività processuale sino ad oggi svolta", in relazione "all'eclatante violazione del diritto di difesa delle parti a causa della stratosferica richiesta di 40.000 euro per i diritti di copia" degli atti del procedimento "riconosciuta gravemente illegittima dal Tar del Lazio, con sentenza emessa due settimane fa".
La testimonianza sull'"inchino" - Proprio a Grosseto, dove si celebra il processo, è una giornata di nuove testimonianze. È stata sentita Mamiliana Rossi, madre del maitre della Concordia, Antonello Tievoli, che il 13 gennaio 2012 avrebbe chiesto a Francesco Schettino di fare un passaggio ravvicinato accanto all'Isola del Giglio dove la famiglia vive in una casa sul mare: "Sono abituata – ha detto la donna – al fatto che, qualsiasi nave dove fosse imbarcato mio figlio e che passasse davanti al Giglio, mi contentavo di vederla dalla finestra di casa, sapendo che lui era a bordo. A volte queste navi passavano o più vicino o più lontano". A parlare è stato anche l'avvocato di Schettino che ha sottolineato come il suo assistito "faceva osservare la disciplina a bordo". Più volte, ha detto il legale, il comandante ha fatto sbarcare dalle navi di cui era al comando, membri dell'equipaggio trovati con droghe o alcolizzati.
Ex presidente Rina: mi fecero dimettere – Testimonianza importante anche quella di Enrico Scerni, ex presidente del Rina, l'ente di certificazione marittimo: "Sono stato 10 anni presidente fino al 17 gennaio 2012 quando", quattro giorni dopo il naufragio, "diedi le dimissioni dopo una dichiarazione in cui dissi che l'armatore non poteva non sapere" delle rotte vicine alle coste. "Ma è eufemismo dire che decisi di dare le dimissioni: l'ad del Rina e il segretario del Cda dettarono la lettera alla mia segretaria".
Codacons: "Annullare il processo" - Intanto il Codacons, parte civile nel processo sul naufragio, ha chiesto che venga dichiarata "la nullità dell'intera attività processuale sino ad oggi svolta", in relazione "all'eclatante violazione del diritto di difesa delle parti a causa della stratosferica richiesta di 40.000 euro per i diritti di copia" degli atti del procedimento "riconosciuta gravemente illegittima dal Tar del Lazio, con sentenza emessa due settimane fa".
La testimonianza sull'"inchino" - Proprio a Grosseto, dove si celebra il processo, è una giornata di nuove testimonianze. È stata sentita Mamiliana Rossi, madre del maitre della Concordia, Antonello Tievoli, che il 13 gennaio 2012 avrebbe chiesto a Francesco Schettino di fare un passaggio ravvicinato accanto all'Isola del Giglio dove la famiglia vive in una casa sul mare: "Sono abituata – ha detto la donna – al fatto che, qualsiasi nave dove fosse imbarcato mio figlio e che passasse davanti al Giglio, mi contentavo di vederla dalla finestra di casa, sapendo che lui era a bordo. A volte queste navi passavano o più vicino o più lontano". A parlare è stato anche l'avvocato di Schettino che ha sottolineato come il suo assistito "faceva osservare la disciplina a bordo". Più volte, ha detto il legale, il comandante ha fatto sbarcare dalle navi di cui era al comando, membri dell'equipaggio trovati con droghe o alcolizzati.
Ex presidente Rina: mi fecero dimettere – Testimonianza importante anche quella di Enrico Scerni, ex presidente del Rina, l'ente di certificazione marittimo: "Sono stato 10 anni presidente fino al 17 gennaio 2012 quando", quattro giorni dopo il naufragio, "diedi le dimissioni dopo una dichiarazione in cui dissi che l'armatore non poteva non sapere" delle rotte vicine alle coste. "Ma è eufemismo dire che decisi di dare le dimissioni: l'ad del Rina e il segretario del Cda dettarono la lettera alla mia segretaria".