L'imprenditore aveva 88 anni: aveva cominciato da raccoglitore di rottami di ferro prima di mettersi a capo di numerosi stabilimenti e dell'acciaieria finita al centro delle inchieste della magistratura degli ultimi due anni
E' morto a 88 anni il patron dell'Ilva Emilio Riva. Il 'ragiunatt' - come amava farsi indicare, anche se di recente aveva ricevuto una laurea ad honorem in ingegneria - aveva cominciato da raccoglitore di rottami di ferro, per poi diventare negli anni del boom economico un imprenditore dell'acciaio nel Nord dell'Italia ed anche all'estero, con numerosi stabilimenti produttivi. Fino ad acquisire negli anni Novanta, grazie a una forte e immediata solvibilità, il controllo dell'Ilva, cioè della siderurgia di Stato.
Riva era coinvolto in prima persona nelle inchieste degli ultimi due anni sull'Ilva da parte della magistratura di Taranto, che aveva disposto anche la detenzione ai domiciliari, provvedimento poi venuto meno.
Nell'inchiesta erano stati coinvolti anche i due figli. Le inchieste, tuttora in piedi, coinvolgono anche diversi dirigenti aziendali dell'Ilva di Taranto e alcuni consulenti del gruppo siderurgico, che dal giugno 2013 è commissariato e alla cui conduzione c'è Enrico Bondi.
Riva era coinvolto in prima persona nelle inchieste degli ultimi due anni sull'Ilva da parte della magistratura di Taranto, che aveva disposto anche la detenzione ai domiciliari, provvedimento poi venuto meno.
Nell'inchiesta erano stati coinvolti anche i due figli. Le inchieste, tuttora in piedi, coinvolgono anche diversi dirigenti aziendali dell'Ilva di Taranto e alcuni consulenti del gruppo siderurgico, che dal giugno 2013 è commissariato e alla cui conduzione c'è Enrico Bondi.