Continua lo smottamento di terra sopra il centro turistico della Valle d'Aosta: chiuso più volte il traforo del Monte Bianco. Sopralluogo del capo della Protezione Civile. Entro 5 mesi un muro di protezione. Il sindaco: "Persone al sicuro"
Continua a scivolare a valle a una velocità media di quattro metri al giorno lo smottamento di pietre e terra dal Monte di La Saxe, sopra Courmayeur (le foto-il video), che tiene con il fiato sospeso il villaggio La Palude, costringendo le autorità a chiudere più volte nelle ultime ore il traforo del Monte Bianco. Gli ottanta abitanti del piccolo centro evacuati quasi due settimane fa per ragioni di sicurezza non possono ancora rientrare nelle loro case. Secondo gli esperti la frana potrebbe interessare 400mila metri cubi di terra e c'è allerta per il rialzo delle temperature che probabilmente accelererà lo smottamento. Alcuni massi hanno raggiunto l'alveo del fiume Dora di Ferret, ma senza causare danni.
Prevista la costruzione di un vallo di contenimento - Per martedì confermato l'arrivo del capo della protezione civile Franco Gabrielli, che incontrerà i vertici della Regione e Franco Rocco, il commissario per l'emergenza della frana di La Saxe. Sono previsti sopralluoghi, incontri e la consegna dei lavori per un vallo di nove metri di altezza e 750 di lunghezza, in minima parte già costruito, che dovrebbe contenere la frana, quando dovesse cadere, e limitare i danni nel caso di uno smottamento più consistente. "Il vallo di protezione - ha spiegato il sindaco di Courmayeur Fabrizia Derriard - sarà lungo 750 metri con base di 20 e altezza massima di 9: è un'opera di protezione passiva per garantire la sicurezza della popolazione in caso di crollo. Ci vorranno cinque mesi per portare a termine i lavori, ma siamo organizzati per interventi di emergenza qualora la terra e i sassi ostruissero il flusso della Dora di Ferret e nel caso di una eventuale esondazione del corso d'acqua".
Il sindaco: "Aspettiamo che la natura faccia il suo corso" - Le persone che sono a Courmayeur, ha insistito il primo cittadino, "sono assolutamente al sicuro: la porzione di territorio interessata dalla frana è chiusa e non c'è timore nelle altre zone". Qualche timore però c'è e riguarda il turismo e l'economia della valle. "A causa di una informazione non corretta che potrebbe circolare - ha concluso il sindaco - l'economia della valle potrebbe avere un calo. Stiamo facendo il possibile affinché ciò non avvenga". In ogni caso la frana non preoccupa le autorità: "Aspettiamo che accada con tranquillità e che la natura faccia al più presto il suo corso", ha detto il sindaco Derriard, "al momento la situazione è stazionaria e monitorata continuamente. Siamo tranquilli perché la popolazione che vive nella zona interessata dallo smottamento è stata evacuata. E il resto del territorio è sicuro". Domenica intanto, per ragioni di sicurezza, per una ventina di minuti è stato chiuso il Traforo del Monte Bianco.
La frana in accelerazione negli ultimi mesi - La frana, che è iniziata nel 2009, è monitorata da allora e da gennaio è stato dichiarato lo stato d'emergenza con la disposizione di un finanziamento di 8 milioni di euro per interventi di protezioni civile tra cui il vallo di protezione. Ma dall'8 aprile lo smottamento ha accelerato la sua corsa a valle e di conseguenza la necessità di mantenere in sicurezza la zona; la situazione è monitorata costantemente dalla sala operativa della Protezione civile, i cui esperti sperano la frana venga giù il prima possibile per ripristinare la sicurezza del costone. Al momento il problema principale è comunque l'eventuale effetto-diga che si potrebbe creare perché ai piedi del monte scorre la Dora di Ferret e le pietre rischiano di bloccare il flusso dell'acqua.
Prevista la costruzione di un vallo di contenimento - Per martedì confermato l'arrivo del capo della protezione civile Franco Gabrielli, che incontrerà i vertici della Regione e Franco Rocco, il commissario per l'emergenza della frana di La Saxe. Sono previsti sopralluoghi, incontri e la consegna dei lavori per un vallo di nove metri di altezza e 750 di lunghezza, in minima parte già costruito, che dovrebbe contenere la frana, quando dovesse cadere, e limitare i danni nel caso di uno smottamento più consistente. "Il vallo di protezione - ha spiegato il sindaco di Courmayeur Fabrizia Derriard - sarà lungo 750 metri con base di 20 e altezza massima di 9: è un'opera di protezione passiva per garantire la sicurezza della popolazione in caso di crollo. Ci vorranno cinque mesi per portare a termine i lavori, ma siamo organizzati per interventi di emergenza qualora la terra e i sassi ostruissero il flusso della Dora di Ferret e nel caso di una eventuale esondazione del corso d'acqua".
Il sindaco: "Aspettiamo che la natura faccia il suo corso" - Le persone che sono a Courmayeur, ha insistito il primo cittadino, "sono assolutamente al sicuro: la porzione di territorio interessata dalla frana è chiusa e non c'è timore nelle altre zone". Qualche timore però c'è e riguarda il turismo e l'economia della valle. "A causa di una informazione non corretta che potrebbe circolare - ha concluso il sindaco - l'economia della valle potrebbe avere un calo. Stiamo facendo il possibile affinché ciò non avvenga". In ogni caso la frana non preoccupa le autorità: "Aspettiamo che accada con tranquillità e che la natura faccia al più presto il suo corso", ha detto il sindaco Derriard, "al momento la situazione è stazionaria e monitorata continuamente. Siamo tranquilli perché la popolazione che vive nella zona interessata dallo smottamento è stata evacuata. E il resto del territorio è sicuro". Domenica intanto, per ragioni di sicurezza, per una ventina di minuti è stato chiuso il Traforo del Monte Bianco.
La frana in accelerazione negli ultimi mesi - La frana, che è iniziata nel 2009, è monitorata da allora e da gennaio è stato dichiarato lo stato d'emergenza con la disposizione di un finanziamento di 8 milioni di euro per interventi di protezioni civile tra cui il vallo di protezione. Ma dall'8 aprile lo smottamento ha accelerato la sua corsa a valle e di conseguenza la necessità di mantenere in sicurezza la zona; la situazione è monitorata costantemente dalla sala operativa della Protezione civile, i cui esperti sperano la frana venga giù il prima possibile per ripristinare la sicurezza del costone. Al momento il problema principale è comunque l'eventuale effetto-diga che si potrebbe creare perché ai piedi del monte scorre la Dora di Ferret e le pietre rischiano di bloccare il flusso dell'acqua.