Giornata mondiale dell’acqua, in Italia ne sprechiamo il 33%
CronacaCittadinanzattiva ha presentato un rapporto sul servizio idrico nel nostro Paese. Il costo medio per famiglia, nel 2013, è stato di 333 euro (+43% rispetto al 2007). Undici capoluoghi disperdono più della metà dell’acqua immessa nei tubi. GUARDA I DATI
A cura di Valeria Valeriano
Il 22 marzo è la Giornata mondiale dell’acqua. Cittadinazattiva, per l’occasione, ha presentato il dossier annuale dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe sul servizio idrico integrato del nostro Paese. Quello che emerge è che, mentre aumenta il costo dell’acqua, non diminuisce la dispersione idrica.
Il rapporto. L’indagine è stata realizzata nel 2013 in tutti i capoluoghi di provincia. L’attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori). I dati si riferiscono a una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua (sono comprensivi di Iva al 10%).
La spesa. Nel 2013, in media, una famiglia italiana ha pagato per questa risorsa 333 euro. Le tariffe sono cresciute del 7,4% rispetto al 2012 e del 43% rispetto al 2007. Notevoli differenze si registrano passando da una regione all’altra: si va dalla Toscana, la più cara con i suoi 498 euro all’anno, al Molise, la più economica (143 euro). Le città in cui si spende di più per l’acqua sono Firenze, Pistoia e Prato (542 euro annui). Quella in cui si spende di meno è Isernia (120 euro a famiglia). Il caro bolletta, nell’ultimo anno, ha interessato soprattutto il Nord (9,2% la variazione 2012/2013), poi il Sud (+6,4%) e infine il Centro (+5,3%).
La dispersione. Altro dato significativo del rapporto di Cittadinazattiva è che l’Italia perde nelle tubature, in media, il 33% di acqua all’anno. “Il costo derivante dall’acqua sprecata – spiegano dall’associazione che fu tra i promotori del referendum nel 2011 – è pari a 3,7 miliardi di euro annui, più del valore di una manovra finanziaria”. Il problema della dispersione idrica è particolarmente accentuato al Sud (42%) e al Centro (33%). Va meglio al Nord, che con il 27% di acqua sprecata sta sotto la media nazionale. Per rimediare alle inefficienze delle reti idriche italiane, stima Cittadinazattiva, servirebbero investimenti per 65 miliardi di euro.
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Il 22 marzo è la Giornata mondiale dell’acqua. Cittadinazattiva, per l’occasione, ha presentato il dossier annuale dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe sul servizio idrico integrato del nostro Paese. Quello che emerge è che, mentre aumenta il costo dell’acqua, non diminuisce la dispersione idrica.
Il rapporto. L’indagine è stata realizzata nel 2013 in tutti i capoluoghi di provincia. L’attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori). I dati si riferiscono a una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua (sono comprensivi di Iva al 10%).
La spesa. Nel 2013, in media, una famiglia italiana ha pagato per questa risorsa 333 euro. Le tariffe sono cresciute del 7,4% rispetto al 2012 e del 43% rispetto al 2007. Notevoli differenze si registrano passando da una regione all’altra: si va dalla Toscana, la più cara con i suoi 498 euro all’anno, al Molise, la più economica (143 euro). Le città in cui si spende di più per l’acqua sono Firenze, Pistoia e Prato (542 euro annui). Quella in cui si spende di meno è Isernia (120 euro a famiglia). Il caro bolletta, nell’ultimo anno, ha interessato soprattutto il Nord (9,2% la variazione 2012/2013), poi il Sud (+6,4%) e infine il Centro (+5,3%).
La dispersione. Altro dato significativo del rapporto di Cittadinazattiva è che l’Italia perde nelle tubature, in media, il 33% di acqua all’anno. “Il costo derivante dall’acqua sprecata – spiegano dall’associazione che fu tra i promotori del referendum nel 2011 – è pari a 3,7 miliardi di euro annui, più del valore di una manovra finanziaria”. Il problema della dispersione idrica è particolarmente accentuato al Sud (42%) e al Centro (33%). Va meglio al Nord, che con il 27% di acqua sprecata sta sotto la media nazionale. Per rimediare alle inefficienze delle reti idriche italiane, stima Cittadinazattiva, servirebbero investimenti per 65 miliardi di euro.
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