Baby squillo a Roma, otto persone rischiano il processo

Cronaca

Chiuso il primo filone di inchiesta per sfruttamento e droga. Tra coloro che potrebbero essere rinviati a giudizio c'è Mirko Ieni che lunedì 17 si è avvalso della facoltà di non rispondere: "Le mie dichiarazioni possono essere manipolate da tg e giornali"

Sarebbero otto le persone che rischiano di essere rinviate a giudizio nella vicenda delle baby squillo ai Parioli, a Roma. Il primo filone di inchiesta, per sfruttamento e droga è stato chiuso. Tra le persone che potrebbero andare a processo ci sono Mirko Ieni, due suoi complici, due clienti e la madre di una ragazza.

Ieni si avvale della facoltà di non rispondere -
Proprio Ieni, lunedì 17 ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere per evitare che le sue dichiarazioni "possano essere manipolate da tg e giornali". L'uomo, già arrestato a fine ottobre con l'accusa di aver gestito il giro di prostituzione di due ragazzine studentesse in un appartamento ai Parioli, si è giustificato così davanti al gip Maddalena Cipriani che una settimana fa ha disposto per lui un'ordinanza agli arresti domiciliari, con l'uso del braccialetto elettronico, contestandogli di aver sfruttato la prostituzione di due 19enni in un appartamento in zona Vescovio. Una delle due avrebbe avuto anche una relazione sentimentale con Ieni. Un'altra ragione, questa, che avrebbe spinto l'uomo a non rispondere ai magistrati.

L'inchiesta sui clienti -
Prosegue invece l'indagine sui clienti. Finora ne sono stati individuati 40, 20 dei quali sarebbero indagati. Il nome più noto emerso finora è quello di Mauro Floriani, dirigente di Trenitalia e marito della senatrice di Forza Italia Alessandra Mussolini. Dieci dei clienti indagati hanno chiesto il patteggiamento. Ma le persone coinvolte in questa storia potrebbero essere ancora di più.
"La posizione del mio assistito è già ben ridimensionata - spiega a Sky TG24 Agostino Mazzeo, avvocato di Riccardo Sbarra, una delle persone coinvolte -. E' già emerso dall'incidente probatorio che le ragazze mentivano sulla propria età".

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