Parmalat, Cassazione conferma condanne. Lieve sconto a Tanzi

Cronaca
L'ex patron della Parmalat Calisto Tanzi in un'immagine di archivio

Sentenza definitiva per il crac da 14 mld di euro che nel 2003 fece finire sul lastrico 38mila risparmiatori. Accolte le richieste dell'accusa. Cinque mesi in meno per l'ex patron. In appello gli erano stati inflitti 17 anni e 10 mesi

La Cassazione ha confermato quasi integralmente le condanne inflitte in appello per il caso Parmalat. Un crac da 14 miliardi di euro che nel 2003 fece finire sul lastrico 38mila risparmiatori.

Lievi sconti di pena -
I supremi giudici hanno concesso solo un lieve sconto di pena di cinque mesi per Calisto Tanzi al quale in appello erano stati inflitti 17 anni e 10 mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta; cinque mesi in meno anche per l'ex direttore finanziario della Parmalat, Fausto Tonna, che in secondo grado era stato condannato a 9 anni, 11 mesi e 20 giorni; quattro mesi di sconto per Giovanni Tanzi (in appello condannato a 10 anni e mezzo); tre mesi in meno invece per l'ex dirigente Luciano Silingardi che i giudici avevano condannato a 6 anni.

Accolte le richieste della Procura - La quinta sezione penale, presieduta da Giuliana Ferrua, ha sostanzialmente accolto le richieste della Procura generale rappresentata da Piero Gaeta che aveva chiesto di confermare la sentenza d'Appello in quanto "l'obbligo di motivazione è stato bene assolto". Diventa così definitiva la condanna per l'ex patron di Collecchio Calisto Tanzi, 75 anni, che si trova ai domiciliari ospedalieri a Parma.

Le altre condanne – La Cassazione ha inoltre respinto i ricorsi di altri ex dirigenti o membri del Cda della società: Domenico Barili (7 anni e 8 mesi), Giovanni Bonici (4 anni e 10 mesi), Fabio Branchi (4 anni, 10 mesi e 10 giorni), Rosario Calogero (4 anni e 7 mesi), Sergio Erede (1 anno), Camillo Florini (4 anni e 1 mese), Paolo Sciumè (5 anni e 3 mesi), Mario Mutti (3 anni e 6 mesi). Tutti gli imputati sono stati inoltre condannati a rifondere le spese processuali a favore delle parti civili.

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