Pesaro, sfregiò la ex con l'acido: il pm chiede 20 anni

Cronaca
Un presidio dell'Unione donne italiane davanti al tribunale di Pesaro

Per i due sicari, che Luca Varani avrebbe assoldato per sfigurare l'ex compagna Lucia Annibali lo scorso aprile, il pubblico ministero ha chiesto 18 anni. L'avvocato della vittima: "Lei ha ancora paura, teme per la sua vita"

Vent'anni di reclusione per Luca Varani, che avrebbe ordinato l'aggressione con l'acido all'ex fidanzata Lucia Annibali, diciotto anni per i "sicari" Rubin Talaban e Altistin Precetaj che il 16 aprile del 2013 avrebbero materialmente sfigurato la donna. Sono queste le richieste di pena formulate dal pm Monica Garulli al termine della sua requisitoria nel processo che si svolge a Pesaro. Si tratta per i tre imputati del massimo previsto dal rito abbreviato.

Per la vittima "una pena esigua"
- "E' una pena esigua" avrebbe sussurrato Lucia Annibali al suo avvocato, dopo aver ascoltato in aula le richieste di condanna del pubblico ministero. Secondo quanto ha riferito Francesco Coli, la sua assistita avrebbe aggiunto che "per reati di questo tipo, neanche l'ergastolo sarebbe stato abbastanza". L'avvocato ha spiegato che la vittima "ha paura di Varani, teme ancora per la sua vita. Il maggior timore è che, con i vari sconti di pena, Varani potrebbe uscire dal carcere anche dopo appena 10 anni".

Il massimo della pena con il rito abbrevviato - Del resto, il pubblico ministero non avrebbe potuto chiedere di più: 37 anni di carcere è una somma aritmetica rispetto a tutti i reati di cui Varani è ritenuto colpevole ma 30 anni è il limite massimo previsto dal codice penale e 20 anni è la richiesta effettiva, frutto dello sconto di un terzo della pena prevista dal rito abbreviato, che si sta svolgendo a Pesaro; spiegazione che vale anche per le richieste di condanna per Taleban e Precetaj, che da 27 anni di carcere sono scese a 18 anni. Conclusa la requisitoria del pubblico ministero, la Annibali si è concessa una breve pausa, andando a salutare le donne dell'Unione donne italiane, che anche oggi l'hanno incoraggiata e applaudita fuori dal tribunale di Pesaro. Subito dopo, Lucia è rientrata in aula passando tra i giornalisti, senza però rilasciare dichiarazioni.

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