Gesto estremo di un gruppo di migranti marocchini nel centro romano. La maggior parte proviene da Lampedusa e sette di loro avevano partecipato alla protesta precedente. In concomitanza, anche lo sciopero della fame: "Tempi di permanenza troppo lunghi"
Torna la protesta degli immigrati del Cie di Ponte Galeria, a Roma. In 13 nella serata di sabato 25 genaio si sono cuciti la bocca.
Sono tutti marocchini, e la maggior parte di loro proviene da Lampedusa. In nove infatti, dalla Libia sono arrivati a Lampedusa con un gommone e poi dall'isola sono stati trasferiti a Ponte Galeria.
Sette sono gli stessi che si cucirono la bocca poco prima di Natale. A confermarlo è il direttore del Cie di Ponte Galeria Vincenzo Lutrelli. L'ufficio del Garante dei detenuti del Lazio li aveva incontrati alcuni giorni fa e gli immigrati avevano espresso il loro disagio.
Gli immigrati hanno annunciato a medici e infermieri, che li seguono 24 ore su 24, che faranno lo sciopero della fame. Le loro condizioni di salute, al momento, sarebbero buone. "I marocchini - aggiunge il direttore Lutrelli - protestano per il protrarsi della loro permanenza nel centro. Si lamentano del fatto che da Natale non è cambiato nulla e dicono di aver avuto notizie da altri loro connazionali che si trovano in altri centri di uscite, mentre loro sono ancora qui".
Sono tutti marocchini, e la maggior parte di loro proviene da Lampedusa. In nove infatti, dalla Libia sono arrivati a Lampedusa con un gommone e poi dall'isola sono stati trasferiti a Ponte Galeria.
Sette sono gli stessi che si cucirono la bocca poco prima di Natale. A confermarlo è il direttore del Cie di Ponte Galeria Vincenzo Lutrelli. L'ufficio del Garante dei detenuti del Lazio li aveva incontrati alcuni giorni fa e gli immigrati avevano espresso il loro disagio.
Gli immigrati hanno annunciato a medici e infermieri, che li seguono 24 ore su 24, che faranno lo sciopero della fame. Le loro condizioni di salute, al momento, sarebbero buone. "I marocchini - aggiunge il direttore Lutrelli - protestano per il protrarsi della loro permanenza nel centro. Si lamentano del fatto che da Natale non è cambiato nulla e dicono di aver avuto notizie da altri loro connazionali che si trovano in altri centri di uscite, mentre loro sono ancora qui".