L'uomo in preda a un raptus aveva ucciso nel maggio scorso tre passanti a Milano. La perizia disposta dal tribunale del Riesame di Milano: "In una struttura psichiatrica giudiziaria riceverebbe cure più adeguate"
Le condizioni di salute mentale di Adam Kabobo, il ghanese che ha ucciso tre passanti a colpi di piccone, sono incompatibili con il carcere: deve essere trasferito da S.Vittore a un ospedale psichiatrico giudiziario. Ad accertarlo è stata una perizia disposta dal tribunale del Riesame di Milano, che dovrà decidere.
"Custodia cautelare in ospedale" - Stando a quanto accertato dal medico legale Marco Scaglione le condizioni di salute, in particolare dal punto di vista psichiatrico, del ghanese che, lo scorso 11 maggio, ha ammazzato tre passanti non sono compatibili con il carcere. Nella perizia, da quanto si è saputo, dunque, il medico legale ha indicato la necessità di trasferirlo in un ospedale psichiatrico giudiziario, dove potrebbe ricevere cure più adeguate, ma sempre in regime di custodia cautelare.
Le due perizie - La perizia è stata disposta nelle scorse settimane dai giudici del Riesame che hanno accolto la richiesta degli avvocati Benedetto Ciccarone e Francesca Colasuonno, i quali chiedevano proprio una perizia per valutare la necessità di trasferire Kabobo dal carcere di San Vittore in un luogo di cura.
Nei mesi scorsi, una perizia disposta dal gip Andrea Ghinetti ha stabilito che il ghanese non era incapace di intendere e di volere al momento dei fatti, anche se soffre di una forma di schizofrenia.
La perizia disposta dal Riesame doveva valutare, invece, attraverso alcune visite eseguite nei giorni scorsi, la compatibilità o meno delle condizioni dell'immigrato con il carcere.
Le possibili conseguenze sul processo - Questa relazione potrebbe, però, avere in ipotesi anche 'riflessi', dal punto di vista della difesa, sul processo con rito abbreviato che inizierà il prossimo 6 febbraio. La perizia dovrà essere discussa in un'udienza al Riesame fissata per il 27 gennaio e poi i giudici decideranno, anche alla luce della relazione appena depositata, se trasferire o meno Kabobo in un opg.
Nei mesi scorsi il ghanese aveva anche aggredito un compagno di cella a San Vittore, tentando di strangolarlo, in preda a quella "voci" che disse di aver sentito anche quando ammazzava tre persone.
"Custodia cautelare in ospedale" - Stando a quanto accertato dal medico legale Marco Scaglione le condizioni di salute, in particolare dal punto di vista psichiatrico, del ghanese che, lo scorso 11 maggio, ha ammazzato tre passanti non sono compatibili con il carcere. Nella perizia, da quanto si è saputo, dunque, il medico legale ha indicato la necessità di trasferirlo in un ospedale psichiatrico giudiziario, dove potrebbe ricevere cure più adeguate, ma sempre in regime di custodia cautelare.
Le due perizie - La perizia è stata disposta nelle scorse settimane dai giudici del Riesame che hanno accolto la richiesta degli avvocati Benedetto Ciccarone e Francesca Colasuonno, i quali chiedevano proprio una perizia per valutare la necessità di trasferire Kabobo dal carcere di San Vittore in un luogo di cura.
Nei mesi scorsi, una perizia disposta dal gip Andrea Ghinetti ha stabilito che il ghanese non era incapace di intendere e di volere al momento dei fatti, anche se soffre di una forma di schizofrenia.
La perizia disposta dal Riesame doveva valutare, invece, attraverso alcune visite eseguite nei giorni scorsi, la compatibilità o meno delle condizioni dell'immigrato con il carcere.
Le possibili conseguenze sul processo - Questa relazione potrebbe, però, avere in ipotesi anche 'riflessi', dal punto di vista della difesa, sul processo con rito abbreviato che inizierà il prossimo 6 febbraio. La perizia dovrà essere discussa in un'udienza al Riesame fissata per il 27 gennaio e poi i giudici decideranno, anche alla luce della relazione appena depositata, se trasferire o meno Kabobo in un opg.
Nei mesi scorsi il ghanese aveva anche aggredito un compagno di cella a San Vittore, tentando di strangolarlo, in preda a quella "voci" che disse di aver sentito anche quando ammazzava tre persone.