Piemonte, il Tar: "Nullità insanabile, elezioni travolte"

Cronaca
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Pubblicate le motivazioni della sentenza che ha annullato il voto del 2010: "Lista Pensionati per Cota viziata da nullità insanabile". Sulle liste illegittime del centrosinistra: "Irregolarità su fronti contrapposti aggravano e non attenuano"

La presenza della lista "Pensionati per Cota" sulle schede per le regionali del 2010 in Piemonte ha "influito in modo determinante sul risultato": la sua illegittima ammissione ha "invalidato e travolto tutto il procedimento elettorale complessivamente inteso, che quindi va rinnovato". Lo scrivono i giudici del Tar del Piemonte nel motivare la sentenza con la quale il 10 gennaio hanno annullato le elezioni regionali del Piemonte del 2010.

"Non possibile stabilire come sarebbe cambiato il risultato" - La presentazione della lista dei "Pensionati per Cota", scrivono ancora è stata viziata da una "nullità insanabile". E d'altra parte non è possibile  stabilire come sarebbe cambiato il risultato delle regionali del 2010 in Piemonte senza senza quella lista perché "i voti assegnati a una lista illegittimamente ammessa sono ontologicamente dei voti incerti".

"Irregolarità anche su altri fronti aggrava l'effetto" - Riguardo al ricorso incidentale presentato dai legali di Cota, che chiedevano di tenere conto  anche delle irregolarità di una lista collegata all'ex governatore Mercedes Bresso, i giudici amministrativi scrivono che "l'assommarsi di liste illegittime, anche se collocate su fronti contrapposti della competizione elettorale, giammai attenua, ma al più aggrava, l'effetto di alterazione della corretta espressione del voto che è alla base della invalidazione generale della procedura elettorale".

Il ricordo di Mercedes Bresso - Il 10 gennaio i giudici del Tar hanno accolto il ricorso presentato all'epoca dalla candidata sconfitta Mercedes Bresso contro la lista Pensionati per Cota, al cui presentazione era viziata da irregolarità. Il consigliere regionale espresso dai "Pensionati per Cota", Michele Giovine, è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione a due anni e otto mesi.

La magistratura, intanto, indaga sulle spese dei consigli regionali di Sicilia e Liguria. Il servizio.



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