Ponte Galeria, terminata la protesta delle "bocche cucite"

Cronaca
Roma, Cie di Ponte Galeria - Foto d'archivio (Fotogramma)

Roma: anche l'ultimo migrante si è fatto togliere i punti di sutura dalla bocca. In 15, per dire basta alla permanenza nella struttura, continuano a dormire all'addiaccio: i materassi restano nel cortile del Cie

Si è conclusa la protesta delle bocche cucite al Cie di Ponte Galeria, a Roma (FOTO). Anche l'ultimo migrante si è fatto togliere i punti. Continua però la protesa dei trattenuti al Centro di identificazione ed espulsione, che da giorni ha iniziato uno sciopero della fame. In 15 hanno deciso di portare i materassi in cortile e trascorrere la notte all'addiaccio.

La protesta delle bocche cucite
- Nei giorni scorsi in quindici, soprattutto nordafricani, utilizzando come ago di fortuna la parte metallica 'modificata' di un accendino e il filo delle coperte si sono cuciti le bocche per dire basta alla permanenza dei migranti nei Cie e anche per denunciare le precarie condizioni in cui versa la struttura alla periferia sud della Capitale. (Le ragioni della contestazione).

In discussione le politiche di immigrazione - Al centro del dibattito politico restano però le politiche di immigrazione del nostro governo (lo speciale migranti). Ed interviene proprio Khalid Chaouki, il deputato del Pd che per 4 giorni si è barricato all'interno del Centro di Lampedusa per denunciare le condizioni dei migranti trattenuti (tra questi c'erano anche vittime del naufragio del 3 ottobre). "Lo Stato non può praticare la tortura psicologica, nemmeno su persone che hanno commesso dei reati come si trovano nei Cie. L'intervista di oggi di Alfano è  una strumentalizzazione, con la chiara intenzione di aprire una caccia alle streghe" ha dichiarato il parlamentare in risposta al ministro dell'Interno che, a Repubblica, ha detto che al Cie di Roma tra quelli che si sono cuciti la bocca "la metà sono spacciatori".

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