Riciclaggio Fastweb-Telecom: 18 condanne, assolto Scaglia
CronacaDiciotto condanne e sette assoluzioni sono state decise in primo grado per quella che l'accusa aveva definito come la più grande truffa messa in piedi in Italia. La pena maggiore, 15 anni, all'imprenditore Gennaro Mokbel
Diciotto condanne per 115 anni di reclusione. Assoluzioni, sette, anche eccellenti come quella del fondatore di Fastweb, Silvio Scaglia, e dell'ex amministratore delegato di Telecom Italia Sparkle, Stefano Mazzitelli. Così si è concluso il processo di primo grado per quella che l'accusa aveva definito come la più grande truffa messa in piedi in Italia e per un maxiriciclaggio da 2 miliardi di euro.
La sentenza -A essere riconosciuti colpevoli sono stati alla fine del giudizio i componenti del gruppo ricollegabile quasi del tutto alle posizioni dell'imprenditore romano Gennaro Mokbel. A loro sono andate infatte pene che variano da un minimo di un anno e 8 mesi ai 15 anni inflitti proprio a Mokbel. Per i 18 condannati il collegio ha stabilito che risarciscano le parti civili: l'entità del risarcimento sarà comunque stabilita dal tribunale civile.
I sette assolti - tra cui gli ex vertici di Fastweb e Telecom Italia Sparkle, Silvio Scaglia e Stefano Mazzitelli - sono usciti dal processo, a seconda delle singole contestazioni, o con la formula "per non aver commesso il fatto" o "perché il fatto non costituisce reato".
Per questa stessa vicenda avevano già patteggiato, tra gli altri, Giuseppe Crudele (5 anni), altro ex dirigente Fastweb, e l'ex senatore Nicola Paolo Di Girolamo (5 anni), legato al gruppo Mokbel.
Le reazioni - "Sono contento di avere avuto fiducia nella giustizia", ha detto il fondatore di Fastweb Silvio Scaglia, che ora è presidente del gruppo Pgm che ha acquisito di recente La Perla. Ricordando che per la vicenda è stato arrestato e ha trascorso 3 mesi a Rebibbia e 9 mesi ai domiciliari, Scaglia ha aggiunto: "Il mio pensiero in questo periodo è andato a tutti gli innocenti che sono in carcere e ci passano mesi non avendo i mezzi che ho avuto io per venire fuori da questa situazione".
Parla della "fine di un incubo" anche un altro assolto di spicco nel processo, l'ex amministratore delegato di Telecom Stefano Mazzitelli, che ha precisato: "Adesso qualcuno dovrà riflettere su quanto avvenuto e sul carcere che ci hanno fatto patire".
L'inchiesta - L'inchiesta faceva riferimento a una "Frode Carosello" che ha visto coinvolti gli ex vertici dirigenziali di Fastweb e Telecom Italia Sparkle. La Procura contestava agli imputati, a seconda delle posizioni, i reati di associazione per delinquere transnazionale pluriaggravata finalizzata al riciclaggio, l'intestazione fittizia di beni, l'evasione fiscale, il reinvestimento di proventi illeciti e delitti contro la pubblica amministrazione. Secondo quanto scritto nell'ordinanza di arresto, la truffa consisteva nel creare "ingenti poste passive di bilancio dovute alle apparenti uscite di centinaia di milioni di euro in favore di società 'cartiere'. Le ingenti somme di denaro apparentemente spese per pagare l'Iva in favore delle 'cartiere' consentivano a Fastweb e Tis di realizzare fondi neri per enormi valori". Un movimento che, però, "serviva solo a utilizzare liberamente il denaro incassato attraverso il pagamento dell'Iva versata dai clienti di Fastweb e Telecom Italia Sparkle e che non era mai stato versato all'erario".
La sentenza -A essere riconosciuti colpevoli sono stati alla fine del giudizio i componenti del gruppo ricollegabile quasi del tutto alle posizioni dell'imprenditore romano Gennaro Mokbel. A loro sono andate infatte pene che variano da un minimo di un anno e 8 mesi ai 15 anni inflitti proprio a Mokbel. Per i 18 condannati il collegio ha stabilito che risarciscano le parti civili: l'entità del risarcimento sarà comunque stabilita dal tribunale civile.
I sette assolti - tra cui gli ex vertici di Fastweb e Telecom Italia Sparkle, Silvio Scaglia e Stefano Mazzitelli - sono usciti dal processo, a seconda delle singole contestazioni, o con la formula "per non aver commesso il fatto" o "perché il fatto non costituisce reato".
Per questa stessa vicenda avevano già patteggiato, tra gli altri, Giuseppe Crudele (5 anni), altro ex dirigente Fastweb, e l'ex senatore Nicola Paolo Di Girolamo (5 anni), legato al gruppo Mokbel.
Le reazioni - "Sono contento di avere avuto fiducia nella giustizia", ha detto il fondatore di Fastweb Silvio Scaglia, che ora è presidente del gruppo Pgm che ha acquisito di recente La Perla. Ricordando che per la vicenda è stato arrestato e ha trascorso 3 mesi a Rebibbia e 9 mesi ai domiciliari, Scaglia ha aggiunto: "Il mio pensiero in questo periodo è andato a tutti gli innocenti che sono in carcere e ci passano mesi non avendo i mezzi che ho avuto io per venire fuori da questa situazione".
Parla della "fine di un incubo" anche un altro assolto di spicco nel processo, l'ex amministratore delegato di Telecom Stefano Mazzitelli, che ha precisato: "Adesso qualcuno dovrà riflettere su quanto avvenuto e sul carcere che ci hanno fatto patire".
L'inchiesta - L'inchiesta faceva riferimento a una "Frode Carosello" che ha visto coinvolti gli ex vertici dirigenziali di Fastweb e Telecom Italia Sparkle. La Procura contestava agli imputati, a seconda delle posizioni, i reati di associazione per delinquere transnazionale pluriaggravata finalizzata al riciclaggio, l'intestazione fittizia di beni, l'evasione fiscale, il reinvestimento di proventi illeciti e delitti contro la pubblica amministrazione. Secondo quanto scritto nell'ordinanza di arresto, la truffa consisteva nel creare "ingenti poste passive di bilancio dovute alle apparenti uscite di centinaia di milioni di euro in favore di società 'cartiere'. Le ingenti somme di denaro apparentemente spese per pagare l'Iva in favore delle 'cartiere' consentivano a Fastweb e Tis di realizzare fondi neri per enormi valori". Un movimento che, però, "serviva solo a utilizzare liberamente il denaro incassato attraverso il pagamento dell'Iva versata dai clienti di Fastweb e Telecom Italia Sparkle e che non era mai stato versato all'erario".