G8: rinvio a giudizio per Bertolaso, Anemone e Balducci

Cronaca

Il processo al via il 20 gennaio. Sul banco degli imputati, oltre all'ex responsabile della Protezione Civile, l'imprenditore e l'ex presidente alle Opere pubbliche, altre 15 persone. Le accuse, a vario titolo, sono corruzione e associazione a delinquere

Rinvio a giudizio e processo che si farà il 20 gennaio prossimo davanti alla ottava sezione penale del Tribunale per un gruppo di 18 persone, alcune delle quali esponenti  della cosiddetta "cricca", tutti imputati nell'inchiesta sugli appalti del G8 e dei grandi eventi. Tra le persone rinviate a giudizio per corruzione e alcune anche per associazione per delinquere ci sono Guido Bertolaso (che non risponde dell'associazione), l'ex presidente del Consiglio nazionale per le opere pubbliche Angelo Balducci, gli imprenditori Diego e Daniele Anemone, il dirigente del provveditorato alle Opere pubbliche Fabio De Santis, il dirigente del Dipartimento  per lo sviluppo e la competitività del Turismo della presidenza del Consiglio Fabio Della Giovanpaola.

Inchiesta sulla realizzazione del G8 alla Maddalena
- Nello svolgimento dell'inchiesta che ha portato venerdì alle decisioni prese dal gup Massimiliano Di Lauro che ha accolto in pieno la richiesta della Procura della Repubblica, il magistrato si è occupato di una serie di appalti messi in programma in occasione del G8 della Maddalena e per la realizzazione di opere pubbliche in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia. Tra gli imputati come si è detto anche Guido Bertolaso al quale è stato contestato il reato  di corruzione per aver favorito in cambio di denaro e vantaggi gli imprenditori Anemone. L'inchiesta avviata inizialmente a Firenze fu poi trasferita in parte a Perugia e in parte a Roma per competenza.

In tredici accusati di associazione a delinquere - L'accusa di associazione per delinquere è stata contestata a 13 persone perché secondo il magistrato si erano  associate tra di loro al fine di commettere una indeterminata serie di reati di corruzione, abusi d'ufficio, rivelazioni di segreto d'ufficio, favoreggiamento. In tal modo "costituivano un sodalizio stabile che, attraverso la messa a disposizione della funzione pubblica dei funzionari a favore dei privati imprenditori, tra cui principalmente Diego Anemone  ed il gruppo di imprese a lui riconducibile, consentiva una gestione  pilotata e contraria alle regole di imparzialità ed efficienza della pubblica amministrazione delle aggiudicazioni e dell'attuazione degli appalti inerenti i grandi eventi gestiti dal dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della presidenza del Consiglio dei ministri".

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