Delitto di Udine, fermato il presunto omicida

Cronaca
I rilievi sul luogo del ritrovamento del corpo di Silvia Gobbato

Svolta nelle indagini sull'omicidio di Silvia Gobbato, la praticante legale di 28 anni, accoltellata mentre faceva jogging martedì 17. Un 36enne, con disturbi psichici, l'avrebbe uccisa nel tentativo di rapirla

Potrebbe esserci una svolta nelle indagini per l'omicidio di Silvia Gobbato, la 28enne uccisa a Udine il 17 settembre mentre faceva jogging. Nicola Garbino, l'uomo di 36 anni fermato nel pomeriggio di giovedì 19 settembre, avrebbe infatti confessato il delitto e gli inquirenti ormai avrebbero pochi dubbi sulla dinamica dei fatti. 

L'uomo avrebbe confessato
- L'uomo, che soffrirebbe di disturbi psicichici, è stato fermato attorno all'ora di pranzo dai carabinieri mentre si trovava in bici in un campo poco lontano dal luogo del delitto. Nel suo zaino sono stati trovati un coltello di grandi dimensioni e alcuni indumenti sporchi di sangue. Portato in caserma il 36enne avrebbe subito confessato il delitto raccontando il suo piano: rapire una donna qualunque per poi chiedere il riscatto. Silvia Gobbato dunque si sarebbe trovata nel posto sbagliato nel momento sbagliato finendo vittima della furia omicida di Garbino. Nel dubbio di trovarsi di fronte a un mitomane gli inquirenti hanno portato l'uomo sul luogo del delitto per ricostruire tutte le fasi del delitto. Mancano ancora i risultati dell'autopsia, sospesa in seguito allo sviluppo delle indagini e tutti gli altri riscontri scientifici, ma sarebbero a questo punto pochi i dubbi sulla responsabilità di Garbino.

Ortis: "Ora posso sfogare il mio dolore"
- "Posso finalmente sfogare il mio dolore". Sono le prime parole pronunciate tra le lacrime da Giorgio Ortis, l' amico di Silvia Gobbato, non appena ricevuta dal suo avvocato la notizia del fermo di Garbino. "E' finita una vera e propria angoscia - ha spiegato il legale del ragazzo, Rosy Toffano - Il primo pensiero della famiglia e di Giorgio comunque è sempre andato a Silvia". Giorgio Ortis era stato iscritto nel registro degli indagati per "atto dovuto".

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