Dopo la decisione di fermare l'attività in 7 stabilimenti, il ministro dello Sviluppo economico promette fondi per la cassa integrazione e non esclude il commissariamento. Lunedì vertice con Ferrante. L'azienda: "Stop non una scelta ma un atto dovuto"
All’indomani della decisione del Gruppo Riva di sospendere l’attività in 7 impianti (con la conseguente "messa in libertà" di 1.400 lavoratori) in seguito ai sequestri stabiliti dal gip di Taranto) la politica, i sindacati e soprattutto i lavoratori guardano ai possibili scenari per uscire dall’impasse.
Zanonato non esclude ipotesi commissariamento - Nella mattina di oggi 13 settembre il ministro dello Sviluppo economico Zanonato ha incontrato le segreterie nazionali di Fiom, Fim e Uilm, mentre lunedì prossimo incontrerà il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante.
Il ministro ha fatto sapere che tra le ipotesi sul tavolo vi è quella di vedere se è possibile "gestire Riva Acciai indipendentemente dal sequestro" anche, se necessario, approvando "una norma che salvaguardi la volontà dei giudici e non blocchi l'attività" (VIDEO). Il ministro non ha escluso nemmeno l'ipotesi del commissariamento, anche se, parlando a Radio 24, aveva già chiarito: "con legge Ilva mi pare impossibile perché queste acciaierie non hanno una situazione di disastro ambientale".
Verso la cassa integrazione - "I lavoratori saranno tutelati, ho parlato con Ferrante e mi pare che l'azienda si muova in quella direzione" ha detto inoltre Zanonato dopo l'incontro, in cui l'esecutivo ha garantito ai sindacati i fondi per mettere i lavoratori in cassa integrazione.
E sulla cassa integrazione sembrano puntare anche i sindacati, come Marco Bentivogli, segretario nazionale della Fim Cisl, che in una nota afferma: il Gruppo Riva "deve retrocedere immediatamente dai provvedimenti di messa in libertà e aprire la discussione sugli ammortizzatori sociali, contemplando anche soluzioni articolate in termini di strumenti tali da minimizzare l'impatto sui lavoratori".
Fiom punta a commissariamento. Camusso: "Soluzione per continuità produttiva" - Punta invece al commissariamento dell'Ilva la Fiom-Cgil. "Il governo convochi un tavolo e avvii il commissariamento, al fine di garantire occupazione e continuità produttiva" ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil, che ha incontrato i lavoratori Riva dello stabilimento di Lesegno, in provincia di Cuneo. "La scelta di Riva di mettere in libertà più di 1.400 lavoratori - ha aggiunto - è un atto di drammatizzazione inaccettabile, perché scarica sui dipendenti responsabilità non loro". In una nota il segretario generale della Cigl Susanna Camusso sostiene: "Insistiamo nel chiedere al governo un provvedimento che, molto rapidamente, permetta la continuità produttiva di tutti gli stabilimenti".
Le proteste dei lavoratori - Dallo stabilimento di Verona, poi, Roberto Germazio (Fim Cisl Verona) ai microfoni di SkyTG24 sottolinea che "far funzionare gli impianti è l’unico modo per recuperare dei soldi anche per fare la bonifica a Taranto". "Il danno ambientale a Taranto c’è ma non è colpa dei lavoratori di Verona e degli altri lavoratori degli stabilimenti di Riva Acciaio- afferma anche Massimiliano Nobis (Fim Cisl) - se l’obiettivo è recuperare risorse per pagare il danno ambientale di Taranto, non certo fermando una fabbrica si riescono a recuperare risorse". I lavoratori della fonderia di Verona hanno manifestato nel pomeriggio bloccando il traffico per alcuni minuti sul ponte sull'Adige di fronte all'ingresso dello stabilimento. Sostenuti dai rappresentanti della organizzazioni sindacali dei metalmeccanici e delle Rsu, gli operai hanno confermato che sabato organizzeranno un sit-in in piazza dei Signori, in coincidenza con l'incontro con il prefetto Perla Stancari.
Riva: "Stop atto dovuto, non scelta aziendale" - Lo stop degli impianti di Riva Acciaio, fa sapere intanto la società con una nota, "non è stata una 'scelta' aziendale, bensì un atto dovuto", seguito alla "tempestiva esecuzione del provvedimento del Gip che, ordinando il sequestro, ha sottratto alla proprietà la libera disponibilità degli impianti e dei saldi attivi di conto corrente".
Zanonato non esclude ipotesi commissariamento - Nella mattina di oggi 13 settembre il ministro dello Sviluppo economico Zanonato ha incontrato le segreterie nazionali di Fiom, Fim e Uilm, mentre lunedì prossimo incontrerà il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante.
Il ministro ha fatto sapere che tra le ipotesi sul tavolo vi è quella di vedere se è possibile "gestire Riva Acciai indipendentemente dal sequestro" anche, se necessario, approvando "una norma che salvaguardi la volontà dei giudici e non blocchi l'attività" (VIDEO). Il ministro non ha escluso nemmeno l'ipotesi del commissariamento, anche se, parlando a Radio 24, aveva già chiarito: "con legge Ilva mi pare impossibile perché queste acciaierie non hanno una situazione di disastro ambientale".
Verso la cassa integrazione - "I lavoratori saranno tutelati, ho parlato con Ferrante e mi pare che l'azienda si muova in quella direzione" ha detto inoltre Zanonato dopo l'incontro, in cui l'esecutivo ha garantito ai sindacati i fondi per mettere i lavoratori in cassa integrazione.
E sulla cassa integrazione sembrano puntare anche i sindacati, come Marco Bentivogli, segretario nazionale della Fim Cisl, che in una nota afferma: il Gruppo Riva "deve retrocedere immediatamente dai provvedimenti di messa in libertà e aprire la discussione sugli ammortizzatori sociali, contemplando anche soluzioni articolate in termini di strumenti tali da minimizzare l'impatto sui lavoratori".
Fiom punta a commissariamento. Camusso: "Soluzione per continuità produttiva" - Punta invece al commissariamento dell'Ilva la Fiom-Cgil. "Il governo convochi un tavolo e avvii il commissariamento, al fine di garantire occupazione e continuità produttiva" ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil, che ha incontrato i lavoratori Riva dello stabilimento di Lesegno, in provincia di Cuneo. "La scelta di Riva di mettere in libertà più di 1.400 lavoratori - ha aggiunto - è un atto di drammatizzazione inaccettabile, perché scarica sui dipendenti responsabilità non loro". In una nota il segretario generale della Cigl Susanna Camusso sostiene: "Insistiamo nel chiedere al governo un provvedimento che, molto rapidamente, permetta la continuità produttiva di tutti gli stabilimenti".
Le proteste dei lavoratori - Dallo stabilimento di Verona, poi, Roberto Germazio (Fim Cisl Verona) ai microfoni di SkyTG24 sottolinea che "far funzionare gli impianti è l’unico modo per recuperare dei soldi anche per fare la bonifica a Taranto". "Il danno ambientale a Taranto c’è ma non è colpa dei lavoratori di Verona e degli altri lavoratori degli stabilimenti di Riva Acciaio- afferma anche Massimiliano Nobis (Fim Cisl) - se l’obiettivo è recuperare risorse per pagare il danno ambientale di Taranto, non certo fermando una fabbrica si riescono a recuperare risorse". I lavoratori della fonderia di Verona hanno manifestato nel pomeriggio bloccando il traffico per alcuni minuti sul ponte sull'Adige di fronte all'ingresso dello stabilimento. Sostenuti dai rappresentanti della organizzazioni sindacali dei metalmeccanici e delle Rsu, gli operai hanno confermato che sabato organizzeranno un sit-in in piazza dei Signori, in coincidenza con l'incontro con il prefetto Perla Stancari.
Riva: "Stop atto dovuto, non scelta aziendale" - Lo stop degli impianti di Riva Acciaio, fa sapere intanto la società con una nota, "non è stata una 'scelta' aziendale, bensì un atto dovuto", seguito alla "tempestiva esecuzione del provvedimento del Gip che, ordinando il sequestro, ha sottratto alla proprietà la libera disponibilità degli impianti e dei saldi attivi di conto corrente".