Il Tribunale di Milano ha dichiarato colpevoli i tre imputati. I giudici hanno disposto la trasmissione degli atti alla procura per valutare eventuali ipotesi di reato per 33 persone, tra cui Berlusconi. LA CRONACA DELLA GIORNATA
La quinta sezione penale del Tribunale di Milano ha emesso la sentenza di primo grado nell'ambito del processo Ruby bis, condannando tutti e tre gli imputati (FOTO - VIDEO). L'ex agente dei vip Lele Mora è stato condannato a 7 anni per favoreggiamento e induzione alla prostituzione, anche minorile. Dei tre, è l'unico condannato per tutti i capi d'accusa. Gli sono state però riconosciute le attenuanti generiche per il buon comportamento tenuto durante il processo e per aver partecipato a molte udienze. Emilio Fede è stato condannato a 7 anni per favoreggiamento e induzione alla prostituzione delle ragazze maggiorenni mentre è stato assolto dall'induzione e dal favoreggiamento della prostituzione di Ruby. Gli è stato invece contestato il reato di favoreggiamento della prostituzione minorile. Nicole Minetti è stata condannata a 5 anni per favoreggiamento alla prostituzione delle maggiorenni, assolta, per non aver commesso il fatto, per l'induzione alla prostituzione delle maggiorenni e assolta, per non aver commesso il fatto, per quanto riguarda il favoreggiamento e induzione alla prostituzione di Ruby.
Interdizione perpetua per Mora e Fede - La sentenza, letta dal presidente Anna Maria Gatto, è arrivata dopo oltre sei ore di camera di consiglio. Fede e Mora sono anche stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, mentre l'interdizione per Minetti è stata fissata in cinque anni. Si tratta del processo "gemello" di quello in cui, il 24 giugno scorso, Silvio Berlusconi è stato condannato in primo grado a sette anni di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per prostituzione minorile e concussione.
I giudici: atti in procura per 33 persone, anche Berlusconi - I giudici, nell'ambito della sentenza, hanno disposto la trasmissione degli atti alla procura per valutare eventuali ipotesi di reato di 33 persone. Fra loro Silvio Berlusconi, imputato nel processo "gemello", i suoi legali, nonché parlamentari Pdl, Niccolò Ghedini e Piero Longo, la stessa Ruby Karima El Marough e numerose ragazze ospiti ad Arcore che hanno testimoniato, tra le quali: Iris Berardi e Barbara Guerra (che all'ultimo momento avevano ritirato la costituzione di parte civile) e Alessandra Sorcinelli. Il tribunale ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica anche per il primo avvocato di Ruby, Luca Giuliante.
La giudice Anna Maria Gatto non ha nominato alcuna ipotesi di reato, ma, per quel che riguarda l'ex premier e i due avvocati, ha citato gli episodi del 6 e del 7 ottobre 2010 e del 15 gennaio 2011 quando vennero convocate una serie di testimoni e possibili parti offese. I pm potrebbero quindi valutare l'eventuale possibile condizionamento effettuato su testi del procedimento, cioè ipotesi di reato connesse alle indagini difensive. Berlusconi, in quanto imputato in un processo connesso, non può essere indagato per falsa testimonianza ma se la procura lo decidesse potrebbe esserlo per ipotesi di reato legate al condizionamento di altri testimoni.
Gli avvocati di Berlusconi: "Surreale" - Secondo gli avvocati Ghedini e Longo, "inviare gli atti ai fini di indagini anche per il presidente Berlusconi e per i suoi difensori è davvero surreale. Come è noto né il presidente Berlusconi né i suoi difensori hanno reso testimonianza in quel processo. Evidentemente si è ipotizzato che vi sarebbe stata attività penalmente rilevante in ordine alle esperite indagini difensive. Ciò è davvero assurdo". "Silvio Berlusconi non aveva alcun interesse in quel processo e a maggior ragione i suoi difensori", hanno detto gli avvocati.
Solo le motivazioni della sentenza, che saranno pronte entro 90 giorni, chiariranno le mosse della procura. Fonti giudiziarie citate dall'Ansa profilano anche l'ipotesi di un'indagine per corruzione in atti giudiziari legata a versamenti di denaro che sarebbero stati effettuati a Ruby e ad alcune delle testimoni convocate in aula.
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Interdizione perpetua per Mora e Fede - La sentenza, letta dal presidente Anna Maria Gatto, è arrivata dopo oltre sei ore di camera di consiglio. Fede e Mora sono anche stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, mentre l'interdizione per Minetti è stata fissata in cinque anni. Si tratta del processo "gemello" di quello in cui, il 24 giugno scorso, Silvio Berlusconi è stato condannato in primo grado a sette anni di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per prostituzione minorile e concussione.
I giudici: atti in procura per 33 persone, anche Berlusconi - I giudici, nell'ambito della sentenza, hanno disposto la trasmissione degli atti alla procura per valutare eventuali ipotesi di reato di 33 persone. Fra loro Silvio Berlusconi, imputato nel processo "gemello", i suoi legali, nonché parlamentari Pdl, Niccolò Ghedini e Piero Longo, la stessa Ruby Karima El Marough e numerose ragazze ospiti ad Arcore che hanno testimoniato, tra le quali: Iris Berardi e Barbara Guerra (che all'ultimo momento avevano ritirato la costituzione di parte civile) e Alessandra Sorcinelli. Il tribunale ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica anche per il primo avvocato di Ruby, Luca Giuliante.
La giudice Anna Maria Gatto non ha nominato alcuna ipotesi di reato, ma, per quel che riguarda l'ex premier e i due avvocati, ha citato gli episodi del 6 e del 7 ottobre 2010 e del 15 gennaio 2011 quando vennero convocate una serie di testimoni e possibili parti offese. I pm potrebbero quindi valutare l'eventuale possibile condizionamento effettuato su testi del procedimento, cioè ipotesi di reato connesse alle indagini difensive. Berlusconi, in quanto imputato in un processo connesso, non può essere indagato per falsa testimonianza ma se la procura lo decidesse potrebbe esserlo per ipotesi di reato legate al condizionamento di altri testimoni.
Gli avvocati di Berlusconi: "Surreale" - Secondo gli avvocati Ghedini e Longo, "inviare gli atti ai fini di indagini anche per il presidente Berlusconi e per i suoi difensori è davvero surreale. Come è noto né il presidente Berlusconi né i suoi difensori hanno reso testimonianza in quel processo. Evidentemente si è ipotizzato che vi sarebbe stata attività penalmente rilevante in ordine alle esperite indagini difensive. Ciò è davvero assurdo". "Silvio Berlusconi non aveva alcun interesse in quel processo e a maggior ragione i suoi difensori", hanno detto gli avvocati.
Solo le motivazioni della sentenza, che saranno pronte entro 90 giorni, chiariranno le mosse della procura. Fonti giudiziarie citate dall'Ansa profilano anche l'ipotesi di un'indagine per corruzione in atti giudiziari legata a versamenti di denaro che sarebbero stati effettuati a Ruby e ad alcune delle testimoni convocate in aula.
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