La Corte di Appello di Torino ha ritenuto il manager elvetico responsabile di disastro anche per gli stabilimenti di Bagnoli e Rubiera. Non luogo a procedere per De Cartier, scomparso il 21 maggio. 30,9 milioni di euro al Comune di Casale Monferrato
E' stato condannato a 18 anni di reclusione per disastro doloso l'imprenditore elvetico Stephan Schmidheiny, imputato a Torino nel processo Eternit. In primo grado era stato condannato a 16 anni. La Corte d'Appello di Torino ha ritenuto il miliardario responsabile di disastro anche per gli stabilimenti Eternit di Bagnoli e Rubiera.
Non luogo a procedere per il barone De Cartier - Per quel che riguarda l'altro imputato, il barone belga Louis De Cartier, i giudici si sono pronunciati direttamente per l'assoluzione per alcuni degli episodi contestati, mentre hanno dichiarato il non luogo a procedere data la morte dell'imputato per gli altri.
La lettura del dispositivo è proseguita con l'elenco dei risarcimenti alle numerose parti civili.
30,9 milioni di euro al Comune di Casal Monferrato - Ammonta a 30,9 milioni di euro la somma che la Corte d'Appello ha accordato al Comune di Casale Monferrato con la sentenza del processo Eternit. Nella città della provincia di Alessandria la multinazionale dell'amianto aveva il suo stabilimento italiano più importante, e il numero delle vittime è più elevato che altrove.
Alla Regione Piemonte, che si era costituita parte civile, i giudici hanno invece riconosciuto un risarcimento di 20 milioni di euro.
L'accusa: "Questa sentenza è un inno alla vita" - "Questa sentenza è un inno alla vita, è un sogno che si avvera", è il commento a caldo del pm Raffaele Guariniello, che nella sua requisitoria del marzo scorso aveva chiesto 20 anni per Schmidheiny e per il barone belga Louis De Cartier, poi deceduto alcune settimane fa. Secondo diversi analisti, alla Eternit spa è attribuita, a partire dagli anni Cinquanta, la morte di quasi 3.000 persone - tra operai e abitanti delle zone vicine a quattro stabilimenti italiani.
La difesa: "Grande sconcerto" - "Sono indignato", è invece il primo commento di Astolfo Di Amato, legale di Stephan Schmidheiny. "Siamo in presenza di una accusa che è cambiata a inizio processo, poi è cambiata in primo grado ed è cambiata ancora in appello. Leggeremo le motivazioni per capire ma la prima reazione è di grande sconcerto", ha concluso il legale che ha confermato il ricorso alla Cassazione.
Osservario Amianto: "Sentenza che incoraggia" - Quella di Torino è una "sentenza incoraggia la battaglia delle vittime dei familiari e delle persone oneste per un mondo migliore senza amianto e senza quella sete di profitto cui sacrificare vite umane", è il commento dell'Osservatorio Nazionale Amianto, che annuncia che "proseguirà la sua battaglia per avere giustizia per le altre vittime, quelle di Napoli, come quelle di Siracusa, come di ogni altra parte d'Italia cadute per via delle fabbriche di Eternit li' presenti, cosi' come nei confronti di ogni altro responsabile".
Non luogo a procedere per il barone De Cartier - Per quel che riguarda l'altro imputato, il barone belga Louis De Cartier, i giudici si sono pronunciati direttamente per l'assoluzione per alcuni degli episodi contestati, mentre hanno dichiarato il non luogo a procedere data la morte dell'imputato per gli altri.
La lettura del dispositivo è proseguita con l'elenco dei risarcimenti alle numerose parti civili.
30,9 milioni di euro al Comune di Casal Monferrato - Ammonta a 30,9 milioni di euro la somma che la Corte d'Appello ha accordato al Comune di Casale Monferrato con la sentenza del processo Eternit. Nella città della provincia di Alessandria la multinazionale dell'amianto aveva il suo stabilimento italiano più importante, e il numero delle vittime è più elevato che altrove.
Alla Regione Piemonte, che si era costituita parte civile, i giudici hanno invece riconosciuto un risarcimento di 20 milioni di euro.
L'accusa: "Questa sentenza è un inno alla vita" - "Questa sentenza è un inno alla vita, è un sogno che si avvera", è il commento a caldo del pm Raffaele Guariniello, che nella sua requisitoria del marzo scorso aveva chiesto 20 anni per Schmidheiny e per il barone belga Louis De Cartier, poi deceduto alcune settimane fa. Secondo diversi analisti, alla Eternit spa è attribuita, a partire dagli anni Cinquanta, la morte di quasi 3.000 persone - tra operai e abitanti delle zone vicine a quattro stabilimenti italiani.
La difesa: "Grande sconcerto" - "Sono indignato", è invece il primo commento di Astolfo Di Amato, legale di Stephan Schmidheiny. "Siamo in presenza di una accusa che è cambiata a inizio processo, poi è cambiata in primo grado ed è cambiata ancora in appello. Leggeremo le motivazioni per capire ma la prima reazione è di grande sconcerto", ha concluso il legale che ha confermato il ricorso alla Cassazione.
Osservario Amianto: "Sentenza che incoraggia" - Quella di Torino è una "sentenza incoraggia la battaglia delle vittime dei familiari e delle persone oneste per un mondo migliore senza amianto e senza quella sete di profitto cui sacrificare vite umane", è il commento dell'Osservatorio Nazionale Amianto, che annuncia che "proseguirà la sua battaglia per avere giustizia per le altre vittime, quelle di Napoli, come quelle di Siracusa, come di ogni altra parte d'Italia cadute per via delle fabbriche di Eternit li' presenti, cosi' come nei confronti di ogni altro responsabile".