E' morto don Andrea Gallo, il prete degli ultimi

Cronaca

Si è spento a Genova il parrocco fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto, da sempre impegnato nell'aiuto ai più deboli e ai poveri. Era nato nel 1928 e si era scontrato spesso con le gerarchie ecclesiastiche

Genova è in lutto per la scomparsa di don Andrea Gallo, fondatore della Comunità di San Benedetto al porto, 'prete di strada' da sempre al fianco degli emarginati, degli 'ultimi', morto mercoledì 22 maggio. Un prete controcorrente , che non esitò a sostenere Marco Doria sindaco e a definire Berlusconi "malato", il sacerdote genovese è stato  protagonista di tante battaglie per gli ultimi e gli emarginati, che  talvolta lo hanno portato anche a vivere dei conflitti con la stessa  istituzione ecclesiastica. Ed è stata proprio la sua lotta in prima  linea contro i diritti negati, il suo essere in strada al fianco di disoccupati, immigrati, prostitute, il suo impegno a favore dei gay, a fare di quel "prete che si è scoperto uomo", come si legge sul sito della sua comunità, un riferimento importante per i movimenti antagonisti e la sinistra radicale e un grande amico di un altro genovese che seppe cantare gli ultimi, Fabrizio De André.

Negli anni '50 è in Brasile
- Nato a Genova il 18 luglio del 1928, Gallo inizia il noviziato nel 1948 con i salesiani, a Varazze, proseguendo poi a Roma il liceo e gli studi filosofici. Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile, ma la dittatura lo costringe a tornare in Italia l'anno successivo. Prosegue gli studi ad Ivrea e viene ordinato sacerdote il 1 luglio 1959.

Contrasti con il cardinale Siri - Nominato cappellano alla nave scuola della Garaventa, riformatorio per minori, cerca di introdurre un metodo educativo basato sulla fiducia e sulla libertà, lontano dalla repressione fino ad allora persequita. Tre anni dopo viene rimosso dall'incarico. Nel 1964 don Andrea lascia la congregazione, chiedendo di entrare nella diocesi genovese. Viene nominato vice parroco alla chiesa del Carmine, nel centro storico di Genova, dove rimane fino al 1970, anno in cui viene trasferito per ordine del Cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo della città. Da molti il trasferimento viene vissuto non come un semplice avvicendamento tra parroci: la sua predicazione avrebbe irrato una parte di fedeli e preoccupava i teologi della Curia, a cominciare dallo stesso Cardinale perché, si dice, i suoi contenuti 'non sono religiosi ma politici, non cristiani ma comunisti'.

La fondazione della comunità di San Benedetto
- Don Gallo obbedisce ma l'allontanamento materialmente dalla parrocchia non significa per lui abbandonare il proprio impegno: i suoi ultimi incontri con la popolazione, scesa in piazza per esprimergli solidarietà, sono una decisa riaffermazione di fedeltà ai suoi ideali ed alla sua battaglia per dare voce ai più poveri e agli emarginati. Qualche tempo dopo viene accolto dal parroco di S. Benedetto, Don Federico Rebora, e insieme ad un piccolo gruppo, nel 1975 avvia l'attività della Comunitàdi S. Benedetto al Porto. L'associazione Comunità San Benedetto al Porto verrà costituita con atto notarile il 2 marzo del 1983.

Vicino al movimento No Tav
- . Scrittore, teologo, cantante (ha preso parte all'ultimo disco dei Cisco, ex Modena City Ramblers), sostenitore dei diritti degli omosessuali e dei transgender, promotore della liceità delle droghe leggere (nel 2006 fuma uno spinello in Comune a Genova), don Andrea era sostanzialmente anarchico, scomodo per la Chiesa, leader spirituale e politico di giovani e meno giovani. Si schiera con i giovani durante il G8 e con il movimento No Tav. Alla morte di Hugo Chavez celebra per lui una messa. Nell'ultimo tweet, alcuni giorni fa, scrive: "Sogno una chiesa non separata dagli altri, che non sia sempre pronta a condannare, ma sia solidale, compagna".


Uno degli ultimi tweet di Don Gallo -



Cronaca: i più letti

[an error occurred while processing this directive]