Genova, individuato uno dei due dispersi

Cronaca

Francesco Cetrola è l'ottava vittima dell'incidente al porto. Intanto, l'armatore accusa: "Impensabile che i rimorchiatori non abbiano tenuto la nave lontana dalla banchina". Prende corpo l'ipotesi dell'avaria ai motori

E' Francesco Cetrola, militare della Capitaneria di Porto di Genova, l'ottava vittima accertata dell'incidente avvenuto nella sera di martedì 7 maggio al molo Giano, nel porto del capoluogo ligure. Il suo corpo è stato recuperato dai palombari della Marina Militare e dai sommozzatori della Guardia Costiera sul fondo dello specchio acqueo antistante il molo, nella zona dove è crollata la parte apicale della torre di controllo della Capitaneria, sede della centrale operativa della Guardia Costiera e centro di monitoraggio del traffico navale (Le foto). La sera della tragedia, Cetrola aveva appena preso servizio ed era il capo turno. E' ancora disperso, invece, Giovanni Iacoviello, anch'egli militare della Capitaneria di porto di Genova.
Intanto, dopo giorni di silenzio il Gruppo Messina, proprietario del cargo Jolly Nero, parla dell'incidente (Le foto). Vuol dire la sua verità. Lo fa in modo netto, dopo aver ascoltato e letto "gravi inesattezze e illazioni nei confronti della società". E punta il dito contro i rimorchiatori. "Quello che non riusciamo davvero ad accettare è che i due rimorchiatori, anche ammesso che la macchina della nave fosse ferma nella fase di evoluzione, in quelle condizioni meteo-marine ottimali, non siano stati in grado di tenere una nave di medie dimensioni, come la Jolly Nero, lontana dalle banchine in un così ampio specchio acque in cui fanno la manovra navi di dimensioni ben maggiori".
L'accusa è netta, ma la Compagnia Rimorchiatori riuniti non ci sta e dice che dalla nave i mezzi "non hanno ricevuto alcuna segnalazione di allarme" in tempo utile per cercare di evitare l'incidente. Alla Compagnia risulta che quando la nave era a 150 metri dalla torre, il comandante del rimorchiatore di poppa ha iniziato a preoccuparsi per la mancanza di ordini. Quando è arrivata a 70 metri ha preso la radio e, in modo irrituale, ha gridato: "che ca... state facendo?".

Avanza l'ipotesi di un'avaria ai motori - Nel corso delle operazioni al porto è stata inoltre recuperata dai subacquei dei carabinieri, e immediatamente messa sotto sequestro, la "scatola nera" della Centrale operativa dei piloti. Il ritrovamento è particolarmente importante per ricostruire la dinamica dell'incidente perché all'interno dell'hard disk sarebbero registrate tutte le comunicazioni avvenute tra la stessa Centrale, la nave e la Capitaneria di porto. Prende sempre più forza, però, l'ipotesi che a causare l'incidente sia stata un'avaria al motore. Nello specifico, il blocco temporaneo della valvola pneumatica di avviamento. La valvola, spiegano gli esperti, è quella che consente l'inversione della rotazione dei motori e dunque il passaggio dalla marcia indietro alla marcia avanti. Il blocco temporaneo della valvola - un'avaria non impossibile fanno notare i tecnici - potrebbe quindi aver impedito al comandante della Jolly di dare il 'marcia avanti', portando la nave contro la torre.

I rimorchiatori: dalla nave nessun allarme - Ma il gruppo Messina e la Compagnia Rimorchiatori si accusano a vicenda, entrambi intenti a difendere le rispettive professionalità. "Confermiamo che la manovra" della nave "si stava svolgendo in condizioni di piena e completa sicurezza, con condizioni meteo-marine ottime, il pilota era regolarmente a bordo della nave, i 2 rimorchiatori che il nostro comandante aveva deciso di utilizzare erano regolarmente attaccati alla nave" dice l'armatore. Ma i rimorchiatori replicano. "I comandanti dei nostri mezzi sono agli ordini della nave. Non sono ammesse iniziative individuali".

Quella notte, La Jolly Nero non è riuscita a ingranare la marcia avanti - La notte dell'incidente l'ordine di servizio per la Jolly Nero era "l'accompagnamento e il sostegno alla manovra per l'uscita dal porto", non lo spostamento del cargo. In questo ultimo caso, viene fatto notare, la velocità di manovra verrebbe ulteriormente ridotta. Secondo quanto risulta ai comandanti dei rimorchiatori, martedì 7 maggio, una volta uscita dal canale a ridosso della diga foranea, la Jolly Nero ha tolto la retromarcia per compiere la manovra di evoluzione. Ma non è riuscita ad ingranare la marcia avanti.
Se questo è avvenuto per una avaria improvvisa o per un difetto nelle comunicazioni tra la plancia del cargo e la sala macchina lo dovrà stabilire l'inchiesta. Ma il Gruppo Messina sottolinea che "la società ha investito moltissimo nella sicurezza e nella formazione" ed è orgogliosa di battere bandiera italiana e di avere equipaggi di nazionalità italiana.

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