Nell'inchiesta della procura di Torino sull'utilizzo dei soldi pubblici tutti i gruppi politici del Consiglio regionale sarebbero coinvolti. Indagato anche il governatore Cota, che spiega: "Non un euro è finito sul mio conto. Ho già chiarito con i pm"
Peculato, finanziamento illecito dei partiti e truffa. Con queste ipotesi di reato la Guardia di finanza ha notificato gli avvisi di garanzia nell'ambito dell'inchiesta sull'uso dei fondi pubblici da parte dei gruppi politici della Regione Piemonte. I consiglieri indagati sarebbero 52 su 60. Tutti i gruppi politici del Consiglio regionale del Piemonte sarebbero quindi interessati dall'inchiesta. Tra gli indagati c'è anche il presidente della Regione, Roberto Cota, che spiega: "Mi sono già recato spontaneamente dai pm per chiarire la mia posizione". E puntualizza: "Non un euro è finito sul mio conto corrente e in questo senso la Procura non ha mosso contestazioni". Al governatore sono contestate "alcune spese relative all'attività politica di consigliere regionale".
Nei prossimi giorni tutti i consiglieri regionali indagati saranno convocati in Procura per essere ascoltati. Gli accertamenti riguardano i gruppi che all'inizio della legislatura, nel 2010, erano composti da almeno due consiglieri. I cosiddetti mono gruppi erano già stati presi in esame alcuni mesi fa, quando i magistrati eseguirono le prime quattro iscrizioni nel registro degli indagati.
Nei prossimi giorni tutti i consiglieri regionali indagati saranno convocati in Procura per essere ascoltati. Gli accertamenti riguardano i gruppi che all'inizio della legislatura, nel 2010, erano composti da almeno due consiglieri. I cosiddetti mono gruppi erano già stati presi in esame alcuni mesi fa, quando i magistrati eseguirono le prime quattro iscrizioni nel registro degli indagati.