Pacco bomba alla sede de La Stampa: "poteva esplodere"

Cronaca
Nell'immagine rilasciata dai Carabinieri il pacco bomba recapitato al quotidiano La Stampa

Il pacco, recapitato nella sede torinese del quotidiano, conteneva un ordigno che non è scoppiato per caso. Questore: nessuna rivendicazione. Gli investigatori non escludono alcuna ipotesi, la pista privilegiata sarebbe quella anarchico-insurrezionalista

Sarebbe potuto esplodere l'ordigno artigianale recapitato nella mattina del 9 aprile con il primo giro di posta alla redazione de La Stampa di via Lugaro a Torino. Non hanno dubbi gli artificieri dei carabinieri e della digos chiamati ad esaminare il pacco - con dentro un porta cd di colore grigio, un meccanismo a strappo e una quarantina di grammi di polvere pirica - che per fortuna ha attirato i sospetti di un dipendente dell'amministrazione, messo in allarme dalla mancanza dell'annullo sui francobolli e dall'assenza del mittente: difficile dire perché l'innesco non abbia funzionato ma sicuramente se il plico, confezionato artigianalmente ma con competenza, fosse esploso avrebbe potuto ferire seriamente qualcuno. I dipendenti del primo piano, quello degli uffici amministrativi, sono stati immediatamente evacuati per poi rientrare appena la bomba è stata resa innocua e portata via. Al momento nessuno ha rivendicato il gesto e gli investigatori non si sentono di escludere alcuna ipotesi ma episodi analoghi, con involucri non troppo diversi da quelli spediti al quotidiano, sembrano ricondurre alle tecniche usate in passato dalla Fai, la Federazione anarchica informale.

Per il direttore de La Stampa, Mario Calabresi, che ha ricevuto la solidarietà del capo dello Stato Giorgio Napolitano, si tratta di un "segnale preoccupante": il pacco - ha sottolineato - "poteva ferire un ragazzo che fa il fattorino, questo è un dato che deve far riflettere chi pensa di fare queste proteste contro il potere. Bisogna tenere alta l'attenzione", ha raccomandato. "E' una cosa grave. Stiamo seguendo costantemente le indagini in corso", ha assicurato il prefetto di Torino, Alberto Di Pace. E ha ammesso: "E’ una vicenda che assume un valore particolare anche perché è stata rivolta a un giornale. Questo mi ha colpito molto".

E' "un brutto episodio, su cui spero sia fatta presto piena luce", ha commentato il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota esprimendo la massima solidarietà "a nome di tutti i piemontesi a La Stampa, ai suoi giornalisti e ai suoi dipendenti". Di "gesto vile e violento, che testimonia la miseria morale e umana di chi lo ha pensato e messo in atto" ha parlato il sindaco di Torino, Piero Fassino.

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