La Suprema Corte respinge il ricorso sollevato dai giudici di Taranto: la legge voluta dal governo è aderente ai principi della Carta. La Procura: "Le sentenze si rispettano e non si commentano"
La Corte Costituzionale salva la legge salva-Ilva. Giudicando in parte inammissibili, in parte non fondati i dubbi di legittimità costituzionale sollevati da Gip e Tribunale di Taranto, la Consulta conferma che l'impianto del decreto messo a punto dal governo e convertito in legge a fine 2012, è aderente alla costituzione e respinge nella sostanza le tesi dei magistrati - secondo cui ben 17 articoli della Carta erano stati violati - dando ragione al governo.
"Le sentenze della Corte si rispettano e non si commentano", afferma il procuratore di Taranto, Franco Sebastio. "La decisione impegna tutti a proseguire con rigore e rapidità nel risanamento ambientale", commenta il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, mentre Bonelli dei Verdi si dice "addolorato e angosciato per il futuro dei cittadini di Taranto".
Le motivazioni dei giudici - Secondo i giudici costituzionali quella legge - che ha definito l'Ilva priorità strategica nazionale, le ha consentito di continuare a produrre e a vendere nonostante i sequestri dell'autorità giudiziaria - non è incostituzionale. Perché? Perché non influisce sull'accertamento delle responsabilità derivanti dall'inosservanza dell'Aia, l'autorizzazione integrata ambientale, un atto amministrativo, per il quale sono possibili "gli ordinari rimedi giurisdizionali previsti dall'ordinamento".
Ma soprattutto perché non incide "sull'accertamento delle responsabilità nell'ambito del procedimento penale" in corso a Taranto, sentenzia la Consulta, smontando così le posizioni dei magistrati, che invece avevano insistito sul fatto che il legislatore avesse calpestato i poteri dei giudici, annullando, in concreto, i provvedimenti di sequestro preventivo, prima dell'area a caldo e poi dell'acciaio prodotto.
"Le sentenze della Corte si rispettano e non si commentano", afferma il procuratore di Taranto, Franco Sebastio. "La decisione impegna tutti a proseguire con rigore e rapidità nel risanamento ambientale", commenta il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, mentre Bonelli dei Verdi si dice "addolorato e angosciato per il futuro dei cittadini di Taranto".
Le motivazioni dei giudici - Secondo i giudici costituzionali quella legge - che ha definito l'Ilva priorità strategica nazionale, le ha consentito di continuare a produrre e a vendere nonostante i sequestri dell'autorità giudiziaria - non è incostituzionale. Perché? Perché non influisce sull'accertamento delle responsabilità derivanti dall'inosservanza dell'Aia, l'autorizzazione integrata ambientale, un atto amministrativo, per il quale sono possibili "gli ordinari rimedi giurisdizionali previsti dall'ordinamento".
Ma soprattutto perché non incide "sull'accertamento delle responsabilità nell'ambito del procedimento penale" in corso a Taranto, sentenzia la Consulta, smontando così le posizioni dei magistrati, che invece avevano insistito sul fatto che il legislatore avesse calpestato i poteri dei giudici, annullando, in concreto, i provvedimenti di sequestro preventivo, prima dell'area a caldo e poi dell'acciaio prodotto.