Il magistrato candidato premier con Rivoluzione Civile sarà reintegrato nella regione autonoma. Il vicepresidente Csm: "Sono le norme, era l'unica circoscrizione in cui non si era presentato". Per 5 anni non potrà fare il pm. Sarà probabilmente giudice
"Nessun intento punitivo, né una volonta ritorsiva" nella decisione del Csm di ricollocare Antonio Ingroia presso il tribunale di Aosta. A dichiararlo il vicepresidente del Csm Michele Vietti, a margine del forum Italia-Russia. Il magistrato, candidato premier per Rivoluzione Civile alle scorse elezioni, era capolista in tutte le circoscrizioni italiane, tranne, appunto, la Valle D'Aosta. "Le norme sono chiare - ha spiegato Vietti - non si può tornare dove ci si è candidati". Quella individuata dalla commissione, che dovrà essere ratificata dal Plenum nelle prossime settimane, è dunque, "rispettosa della normativa e non troppo penalizzante per il magistrato. Lo dico da piemontese, Aosta è un bel posto ed è noto che sia in Piemonte che in Val d'Aosta vi sono forte infiltrazioni di associazioni criminali, in particolare della 'Ndgrangheta". Secondo quanto prevede la norma Ingroia dovrà attendere cinque anni prima di poter chiedere il trasferimento in alta sede.
A non considerare la decisione del Csm punitiva è lo stesso Ingroia che, interpellato da un'agenzia di stampa, si è limitato a dire: "Aspetto la decisione del Plenum e poi si vede... Ma non è una punizione, hanno applicato la legge".
Per cinque anni non potrà fare il pm - Proprio giovedì, il comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli, aveva infatti autorizzato l'apertura di una pratica in terza commissione per il ricollocamento dei magistrati fuori ruolo senza una giustificazione. Ingroia era risultato essere l'unico magistrato che, allo scadere dell'aspettativa elettorale, non aveva inviato alcuna comunicazione al Csm: solitamente, infatti, in casi simili, è il magistrato a indicare all'organo di autogoverno delle toghe le sedi preferite in cui tornare a svolgere le sue funzioni. Il Csm, dato il 'silenzio' di Ingroia (che prima dell'aspettativa elettorale, aveva ottenuto il fuori ruolo per svolgere un incarico Onu in Guatemala), ha deciso di procedere d'ufficio. Il caso del leader di Rivoluzione Civile, inoltre, era apparso anomalo anche perché la sua candidatura era stata presentata in tutta Italia, per cui sussistevano questioni di incompatibilità territoriale. La terza commissione ha sciolto il nodo proponendo la sede di Aosta. Per quanto riguarda le funzioni, Ingroia, rientrando in magistratura dopo essersi candidato alle politiche, sulla base di una circolare del Csm, non può svolgere per cinque anni il ruolo di pubblico ministero, per cui gli è stato proposto un incarico da giudice.
A non considerare la decisione del Csm punitiva è lo stesso Ingroia che, interpellato da un'agenzia di stampa, si è limitato a dire: "Aspetto la decisione del Plenum e poi si vede... Ma non è una punizione, hanno applicato la legge".
Per cinque anni non potrà fare il pm - Proprio giovedì, il comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli, aveva infatti autorizzato l'apertura di una pratica in terza commissione per il ricollocamento dei magistrati fuori ruolo senza una giustificazione. Ingroia era risultato essere l'unico magistrato che, allo scadere dell'aspettativa elettorale, non aveva inviato alcuna comunicazione al Csm: solitamente, infatti, in casi simili, è il magistrato a indicare all'organo di autogoverno delle toghe le sedi preferite in cui tornare a svolgere le sue funzioni. Il Csm, dato il 'silenzio' di Ingroia (che prima dell'aspettativa elettorale, aveva ottenuto il fuori ruolo per svolgere un incarico Onu in Guatemala), ha deciso di procedere d'ufficio. Il caso del leader di Rivoluzione Civile, inoltre, era apparso anomalo anche perché la sua candidatura era stata presentata in tutta Italia, per cui sussistevano questioni di incompatibilità territoriale. La terza commissione ha sciolto il nodo proponendo la sede di Aosta. Per quanto riguarda le funzioni, Ingroia, rientrando in magistratura dopo essersi candidato alle politiche, sulla base di una circolare del Csm, non può svolgere per cinque anni il ruolo di pubblico ministero, per cui gli è stato proposto un incarico da giudice.