Padova, il bimbo conteso torna a casa dalla mamma

Cronaca
In una foto d'archivio del 13 ottobre 2012 alcuni genitori dell'associazione ''L'Italia Vera'' durante un momento della manifestazione in favore dei diritti del bimbo di Cittadella (Padova)

Il piccolo di 10 anni, al centro di una dura controversia tra i genitori, negli ultimi cinque mesi è vissuto in una casa famiglia. La Cassazione ha accolto il ricorso della donna e ha disposto un nuovo processo d'Appello davanti alla Corte di Brescia

"Mamma mia, sono contentissima. La Corte di Cassazione ha fatto giustizia di una sentenza fuori dal mondo della Corte di Appello di Venezia, basata su di una perizia che  non ha nessun valore scientifico". Così la mamma del bimbo di Cittadella, al centro di una dura controversia tra i genitori, commenta entusiasta la sentenza della Suprema Corte, che ha accolto il ricorso della donna e ha disposto un nuovo processo d'Appello davanti alla Corte di Brescia. "E' tornato con me ieri sera - ha aggiunto - Mi ha detto 'mamma riportami a casa, voglio che finisca questo incubo".

Il bimbo tornerà a scuola a Cittadella -
Lo scorso 11 ottobre, il bimbo di 10 anni era stato prelevato a forza dagli agenti di Polizia in esecuzione di una ordinanza della sezione Minori della Corte d'Appello di Venezia che ha deciso di attribuire esclusivamente al padre la patria potestà. Il video del bambino che si dimenava mentre veniva trascinato a bordo dell'auto del padre aveva scatenato polemiche ed erano seguite le scuse del capo della Polizia Antonio Manganelli (morto il 20 marzo) che aveva espresso "profondo rammarico" per come era stata eseguita l'ordinanza.
Come ha riferito la madre del bambino, il figlio tornerà presto nella scuola di Cittadella: "Nonostante il caos - ha detto la donna - ha avuto una pagella con tutti 9 e 10". Negli ultimi cinque mesi, infatti, il piccolo ha vissuto in una casa famiglia.

La mamma: "Mio figlio è provato e arrabbiato" - "Mio figlio - spiega la mamma del bambino - è molto provato e arrabbiato, ora ha bisogno d'amore e di tranquillità, perché in questi cinque mesi in cui è vissuto nella Casa famiglia praticamente in isolamento, non ha potuto vedere i suoi parenti, i  suoi amici. Potevo vederlo solo io in incontri protetti tre volte la settimana e solo per un'ora. Adesso nessuno lo potrà più portare via da casa sua". Così, conclude "adesso toccherà alla Corte d'Appello di Brescia pronunciarsi, ma questa volta sarà sentito anche mio figlio come è giusto, e sentire qual è la sua volontà. Ormai la strada è in discesa".

Sindrome di alienazione parentale - "E' la prima volta che la Cassazione si è pronunciata sulla 'Pas' (la sindrome da alienazione parentale di cui il bambino sarebbe  stato vittima ndr). Così l'Italia si è messa in pari con gli altri paesi europei - aggiunge la mamma - ultima la Spagna, che non riconoscono la validità scientifica di questa presunta sindrome. Spero così che i sacrifici miei e soprattutto di mio figlio siano serviti per far si che non succedano più queste cose ad altri bambini".

Il padre: "Mi hanno portato via mio figlio" - Amaro, invece, il commento del padre del piccolo di 10 anni. "Lei sta parlando con un uomo a cui hanno portato via ieri sera suo figlio, in che stato d'animo dovrei essere? Grazie al decreto della Corte d'Appello di Venezia avevo recuperato mio figlio, dopo anni in cui non ero più riuscito a vederlo, non sapevo neppure se era vivo o morto..." dichiara l'uomo.
"Ieri sera - spiega - quando sono venuti a prenderlo, eravamo a cena assieme, era  tranquillo, e contento. In questi mesi avevamo recuperato un bel rapporto, era tornato a chiamarmi papà, mi buttava le braccia al collo e mi baciava, prima non lo faceva. Ieri pomeriggio eravamo in  giro assieme in centro e ci sono decine e decine di persone che  possono testimoniare il bel rapporto che ci univa. Adesso la Cassazione ha detto che tutto questo non è vero, rimanda mio figlio alla madre, e io non so se lo rivedrò più".

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