Angelo Rizzoli arrestato a Roma: crac da 30 milioni di euro
CronacaIl produttore televisivo e cinematografico, ed ex editore, è accusato di bancarotta fraudolenta. Sequestrati società e immobili per un valore di 7 milioni. Indagata anche la moglie Melania De Nichilo, parlamentare del Pdl
Il produttore televisivo e cinematografico, nonché ex editore, Angelo Rizzoli, è stato arrestato dai finanzieri del Comando provinciale di Roma, per un crac da oltre 30 milioni di euro, in qualità di amministratore unico della Rizzoli Audiovisivi Srl (oggi Tevere audiovisivi Srl) società holding in liquidazione. Le accuse sono bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale per aver cagionato con dolo il fallimento di 4 delle società controllate: Produzioni internazionale Srl, Ottobre Film Srl, Delta Produzioni Srl e nuove produzioni Srl.
Indagata per bancarotta fraudolenta anche la moglie di Angelo Rizzoli, la parlamentare del Pdl Melania De Nichilo.
Contemporaneamente sono stati sequestrati beni del valore stimato di circa 7 milioni di euro, compresi la residenza della famiglia Rizzoli ai Parioli (composta da 21 vani), la tenuta 'Ca' de dogi' e diversi terreni a Capalbio (Gr) ed alcune quote societarie.
L'operazione rappresenta l'epilogo di complesse indagini del Nucleo Polizia Tributaria di Roma, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, avviate a seguito dell'istanza di concordato preventivo presentata il 30 aprile 2012 dalla Tevere Audiovisivi Srl (già Rizzoli Audiovisivi Spa e poi Srl), storica casa di produzione televisiva e cinematografica costituita e diretta da Rizzoli, capogruppo di una holding composta da altre società operanti nel medesimo settore, tutte fallite tra il gennaio 2011 ed il marzo 2012.
Indagata per bancarotta fraudolenta anche la moglie di Angelo Rizzoli, la parlamentare del Pdl Melania De Nichilo.
Contemporaneamente sono stati sequestrati beni del valore stimato di circa 7 milioni di euro, compresi la residenza della famiglia Rizzoli ai Parioli (composta da 21 vani), la tenuta 'Ca' de dogi' e diversi terreni a Capalbio (Gr) ed alcune quote societarie.
L'operazione rappresenta l'epilogo di complesse indagini del Nucleo Polizia Tributaria di Roma, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, avviate a seguito dell'istanza di concordato preventivo presentata il 30 aprile 2012 dalla Tevere Audiovisivi Srl (già Rizzoli Audiovisivi Spa e poi Srl), storica casa di produzione televisiva e cinematografica costituita e diretta da Rizzoli, capogruppo di una holding composta da altre società operanti nel medesimo settore, tutte fallite tra il gennaio 2011 ed il marzo 2012.