Un nuovo fascicolo sarebbe stato aperto con questa ipotesi di reato nei confronti di Giuseppe Mussari e altri vertici della banca senese. Mistero su bonifici per oltre 17 miliardi
Si allarga l'indagine sul Monte dei Paschi di Siena. Oltre alle accuse di manipolazione del mercato, ostacolo alle funzioni dell'autorità di vigilanza, aggiotaggio adesso ci sarebbe anche quella di truffa ai danni degli azionisti. Un fascicolo sarebbe stato aperto con questa ipotesi di reato nei confronti di Giuseppe Mussari e altri vertici della banca senese. In tutto gli indagati sarebbero una decina. La notizia viene riportata da diversi quotidiani (guarda la rassegna stampa).
Il nuovo filone riguarderebbe un contratto del 2009 con la banca Nomura. Un contratto che sarebbe stato scoperto nel 2012 imponendo una correzione immediata nel bilancio da 220 milioni di euro. Il documento non sarebbe mai stato inserito nella contabilità degli anni precedenti perché sarebbe rimasto nella cassaforte del direttore generale Antonio Vigni per tre anni. Secondo gli investigatori del Nucleo Valutario - scrive il Corriere della Sera - quel contratto "è stato stipulato per cercare di colmare le perdite causate dalla plusvalenza di Antonveneta, comprata dagli spagnoli del Santander nel settembre 2007 per 6,3 miliardi di euro e rivenduta a Mps due mesi dopo per 9,3 miliardi di euro, con un'ulteriore esborso di un miliardo di euro per far fronte agli oneri. Per questo motivo sarebbe stato tenuto segreto". Ma, ricorda il quotidiano, i vertici bancari hanno l'obbligo di informare gli azionisti e soprattutto di "registrare" ogni accordo, cosa che invece non sarebbe avvenuta, come confermerebbero l'esame dei libri contabili e gli interrogatori condotti nelle ultime settimane.
I pm vogliono capire come sia stato possibile che in soli due mesi il prezzo di Antonveneta sia schizzato dai 6,6 miliardi pagati dal Banco Santander ai 9,3 (più oneri vari che hanno fatto salire il prezzo definitivo a 10,3 miliardi circa) tirati fuori da Mps. Ai quali vanno aggiunti almeno altri 7,9 miliardi di debiti Antonveneta, che l'istituto senese si è accollato. Quel che è certo, perché documentato, è che in soli 11 mesi - dal 30 maggio 2008 al 30 aprile 2009 - il Monte ha effettuato bonifici per oltre 17 miliardi. Soldi che sono finiti ad Amsterdam, Londra e Madrid.
Intanto sullo sfondo c'è Bankitalia che ha di nuovo escluso qualsiasi ipotesi di commissariamento della Banca senese e l'ad Viola che parla di Banca solida, non in ginocchio. E oggi, martedì 29 gennaio, è il giorno del minstro dell'econimia Grilli, che dopo aver incontrato a Milano il presidente della Bce Mario Draghi, che all'eposa dei fatti era a Palazzo Koch, sarà alla Camera per riferire sul caso.
Il nuovo filone riguarderebbe un contratto del 2009 con la banca Nomura. Un contratto che sarebbe stato scoperto nel 2012 imponendo una correzione immediata nel bilancio da 220 milioni di euro. Il documento non sarebbe mai stato inserito nella contabilità degli anni precedenti perché sarebbe rimasto nella cassaforte del direttore generale Antonio Vigni per tre anni. Secondo gli investigatori del Nucleo Valutario - scrive il Corriere della Sera - quel contratto "è stato stipulato per cercare di colmare le perdite causate dalla plusvalenza di Antonveneta, comprata dagli spagnoli del Santander nel settembre 2007 per 6,3 miliardi di euro e rivenduta a Mps due mesi dopo per 9,3 miliardi di euro, con un'ulteriore esborso di un miliardo di euro per far fronte agli oneri. Per questo motivo sarebbe stato tenuto segreto". Ma, ricorda il quotidiano, i vertici bancari hanno l'obbligo di informare gli azionisti e soprattutto di "registrare" ogni accordo, cosa che invece non sarebbe avvenuta, come confermerebbero l'esame dei libri contabili e gli interrogatori condotti nelle ultime settimane.
I pm vogliono capire come sia stato possibile che in soli due mesi il prezzo di Antonveneta sia schizzato dai 6,6 miliardi pagati dal Banco Santander ai 9,3 (più oneri vari che hanno fatto salire il prezzo definitivo a 10,3 miliardi circa) tirati fuori da Mps. Ai quali vanno aggiunti almeno altri 7,9 miliardi di debiti Antonveneta, che l'istituto senese si è accollato. Quel che è certo, perché documentato, è che in soli 11 mesi - dal 30 maggio 2008 al 30 aprile 2009 - il Monte ha effettuato bonifici per oltre 17 miliardi. Soldi che sono finiti ad Amsterdam, Londra e Madrid.
Intanto sullo sfondo c'è Bankitalia che ha di nuovo escluso qualsiasi ipotesi di commissariamento della Banca senese e l'ad Viola che parla di Banca solida, non in ginocchio. E oggi, martedì 29 gennaio, è il giorno del minstro dell'econimia Grilli, che dopo aver incontrato a Milano il presidente della Bce Mario Draghi, che all'eposa dei fatti era a Palazzo Koch, sarà alla Camera per riferire sul caso.