Pompei, nuovo crollo nell'area archeologica
CronacaL'ondata di maltempo ha causato il cedimento di un muro di pietra grezza nelle adiacenze del vicolo del Modesto. La zona interessata faceva parte dell'area Regio VI riportata alla luce durante gli scavi del XIX secolo
Si allunga l'elenco dei cedimenti che, da due anni, riaccende l'allarme sullo stato di conservazione dell'area archeologica di Pompei, 66 ettari di meraviglie del passato che attirano due milioni di visitatori ogni anno (LE FOTO). Dopo le fortissime piogge degli ultimi giorni è crollato un muro di pietra grezza, volume due metri cubi, nelle adiacenze del vicolo del Modesto, in una zona già chiusa al pubblico e nella quale sono previsti interventi nell'ambito del 'Grande Progetto Pompei', che mette in campo 105 milioni di euro. Un nuovo caso sul quale, annuncia la presidente della commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni, il ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi sarà chiamato a riferire in Parlamento.
Pezzi di Pompei - Dal 6 novembre 2010, quando venne giù la Schola Armaturarum, la scuola dei gladiatori, lungo via dell'Abbondanza (FOTO), la lista dei dissesti è cresciuta di continuo, con episodi più o meno gravi. Il crollo della domus dei gladiatori fu definito dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, "una vergogna per l'Italia". L'ultimo caso, di entità sicuramente inferiore, l'8 settembre scorso, con il cedimento di una trave di legno nel peristilio di Villa dei Misteri. Due episodi in cinque giorni si erano invece verificati a febbraio, in concomitanza con l'ennesima ondata di maltempo. Il 27 febbraio a venire giù era stata una parte d'intonaco non affrescata staccatasi da una delle pareti che si trovano nell'atrio della Domus della Venere in Conchiglia, una delle più note. Il 22 febbraio erano stati invece scoperti alcuni frammenti di intonaco caduti da un muro nel Tempio di Giove. Episodi di minore entità rispetto ai crolli del muro romano di tre metri nei pressi della Porta di Nola (il 22 ottobre 2011) e di un pilastro della Villa di Loreio Tiburtino (il 21 dicembre 2011).
L'allarme - L'allarme per lo stato degli scavi ha trovato una risposta ad aprile con la presentazione a Napoli - presenti il premier Monti e quattro ministri - del 'Grande Progetto Pompei' che dovrebbe completarsi entro il dicembre 2015, con 105 milioni di euro da investire. Su quello che Monti definì un "piccolo grande evento", hanno lavorato il Governo italiano e la Commissione europea. Ma la situazione, secondo l'architetto Antonio Irlando, responsabile dell'Osservatorio patrimonio culturale, resta "drammatica".
"Il crollo di venerdì 30 novembre - spiega - è avvenuto in una zona degli scavi di Pompei abbandonata a se stessa da molto tempo. L'intervento di messa in sicurezza di quest'area, previsto nel 'Grande progetto' da un bando di gara non ancora pubblicato, risulterà purtroppo tardivo, in quanto l'assenza cronica di manutenzione ordinaria in quest'area la rende proprio in queste ore particolarmente vulnerabile alle aggressione delle piogge e soprattutto dei forti venti che stanno letteralmente spingendo a terra muri fragilissimi e provocando il distacco di parti d'intonaco colorato e affrescato, la cui aderenza ai supporti murari e' praticamente inesistente".
Pezzi di Pompei - Dal 6 novembre 2010, quando venne giù la Schola Armaturarum, la scuola dei gladiatori, lungo via dell'Abbondanza (FOTO), la lista dei dissesti è cresciuta di continuo, con episodi più o meno gravi. Il crollo della domus dei gladiatori fu definito dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, "una vergogna per l'Italia". L'ultimo caso, di entità sicuramente inferiore, l'8 settembre scorso, con il cedimento di una trave di legno nel peristilio di Villa dei Misteri. Due episodi in cinque giorni si erano invece verificati a febbraio, in concomitanza con l'ennesima ondata di maltempo. Il 27 febbraio a venire giù era stata una parte d'intonaco non affrescata staccatasi da una delle pareti che si trovano nell'atrio della Domus della Venere in Conchiglia, una delle più note. Il 22 febbraio erano stati invece scoperti alcuni frammenti di intonaco caduti da un muro nel Tempio di Giove. Episodi di minore entità rispetto ai crolli del muro romano di tre metri nei pressi della Porta di Nola (il 22 ottobre 2011) e di un pilastro della Villa di Loreio Tiburtino (il 21 dicembre 2011).
L'allarme - L'allarme per lo stato degli scavi ha trovato una risposta ad aprile con la presentazione a Napoli - presenti il premier Monti e quattro ministri - del 'Grande Progetto Pompei' che dovrebbe completarsi entro il dicembre 2015, con 105 milioni di euro da investire. Su quello che Monti definì un "piccolo grande evento", hanno lavorato il Governo italiano e la Commissione europea. Ma la situazione, secondo l'architetto Antonio Irlando, responsabile dell'Osservatorio patrimonio culturale, resta "drammatica".
"Il crollo di venerdì 30 novembre - spiega - è avvenuto in una zona degli scavi di Pompei abbandonata a se stessa da molto tempo. L'intervento di messa in sicurezza di quest'area, previsto nel 'Grande progetto' da un bando di gara non ancora pubblicato, risulterà purtroppo tardivo, in quanto l'assenza cronica di manutenzione ordinaria in quest'area la rende proprio in queste ore particolarmente vulnerabile alle aggressione delle piogge e soprattutto dei forti venti che stanno letteralmente spingendo a terra muri fragilissimi e provocando il distacco di parti d'intonaco colorato e affrescato, la cui aderenza ai supporti murari e' praticamente inesistente".