I segretari territoriali della Fiom Cgil e della Fim Cisl asserragliati sulla stessa torre della precedente protesta. "L'azienda si è rimangiata tutto - denunciano - sta spegnendo gli impianti". Il governo richiama la società: "Rispetti gli impegni presi"
I segretari territoriali della Fiom Cgil e Fim Cisl, Franco Bardi e Rino Barca, si sono asserragliati a 70 metri di altezza sullo stesso silo teatro della protesta durata quattro giorni di altri tre operai Alcoa. "Si sono rimangiati tutto", ha detto Bardi annunciando la nuova azione di protesta dopo un acceso confronto con l'azienda. Le ragioni della nuova protesta sono le stesse: l'azienda, in un incontro con le rappresentanze sindacali, ha confermato il programma di spegnimento dell'impianto, che i lavoratori speravano di rallentare, anche viste le rassicurazioni fornite dalla stessa Alcoa al governo nei giorni scorsi. "L'azienda - ha denunciato Barca - ci ha comunicato la fermata totale dello stabilimento rimettendo in discussione gli accordi sottoscritti: il processo di spegnimento continua e rimarranno attive solo 21 celle su 290, questa è la morte della fabbrica".
Gli operai: "Ci sentiamo presi in giro" - "Non vogliamo essere presi in giro", ha poi detto Barca raggiunto al telefono da SkyTG24 (ascolta l'audio in alto), poco dopo essere salito col collega sulla struttura. "L'azienda si è rimangiata le promesse e anticipa la fermata degli impianti. Vogliamo dare un segnale ai lavoratori che riversano su di noi le loro speranze. La fermata degli impianti sarebbe un dramma".
Entrambi i sindacalisti nella mattina di oggi 12 settembre facevano parte della delegazione sindacale che ha incontrato a Cagliari il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, sulle prospettive di vendita dello stabilimento, cui sembrano interessate i gruppi svizzeri Glencore e Klasch e una società italiana di Chieri, nel Torinese.
Dal governo un richiamo all'Alcoa - In serata è arrivata anche una nota del ministero per lo Sviluppo Economico, che "richiama con fermezza Alcoa al rispetto puntuale degli impegni assunti formalmente, durante la riunione che di lunedì al Mise, dai responsabili internazionali del Gruppo. L'esecutivo esige pertanto che lo spegnimento dello smelter avvenga secondo le modalità e con la gradualità stabilite". A stretto giro la replica dell'azienda: "Alcoa conferma che oggi ha presentato un piano di spegnimento degli impianti più graduale come definito con il Ministero dello sviluppo economico, la Regione e i sindacati lunedì 10 settembre".
Gli operai: "Ci sentiamo presi in giro" - "Non vogliamo essere presi in giro", ha poi detto Barca raggiunto al telefono da SkyTG24 (ascolta l'audio in alto), poco dopo essere salito col collega sulla struttura. "L'azienda si è rimangiata le promesse e anticipa la fermata degli impianti. Vogliamo dare un segnale ai lavoratori che riversano su di noi le loro speranze. La fermata degli impianti sarebbe un dramma".
Entrambi i sindacalisti nella mattina di oggi 12 settembre facevano parte della delegazione sindacale che ha incontrato a Cagliari il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, sulle prospettive di vendita dello stabilimento, cui sembrano interessate i gruppi svizzeri Glencore e Klasch e una società italiana di Chieri, nel Torinese.
Dal governo un richiamo all'Alcoa - In serata è arrivata anche una nota del ministero per lo Sviluppo Economico, che "richiama con fermezza Alcoa al rispetto puntuale degli impegni assunti formalmente, durante la riunione che di lunedì al Mise, dai responsabili internazionali del Gruppo. L'esecutivo esige pertanto che lo spegnimento dello smelter avvenga secondo le modalità e con la gradualità stabilite". A stretto giro la replica dell'azienda: "Alcoa conferma che oggi ha presentato un piano di spegnimento degli impianti più graduale come definito con il Ministero dello sviluppo economico, la Regione e i sindacati lunedì 10 settembre".