Gaetano Marino è stato freddato con diversi colpi di pistola all'esterno di uno stabilimento balneare affollato. A febbraio era finito al centro di una polemica perché aveva partecipato, come ospite, a una trasmissione in cui cantava la figlia
E' morto in costume da bagno, crivellato di colpi davanti allo stabilimento Sirenella, in mezzo ai bagnanti terrorizzati. Era appena risalito dalla spiaggia Gaetano Marino, detto "Moncherino", un boss del clan camorristico napoletano degli "Scissionisti" in vacanza con la famiglia a Terracina, sul litorale di Latina. Due killer gli hanno sparato a bruciapelo, sei-sette volte, poi sono fuggiti in auto. Non gli sono serviti i guardaspalle, che si portava dietro, forse perché consapevole del pericolo.
Tra le ipotesi sul movente anche quella di una faida interna agli stessi Scissionisti. Un omicidio clamoroso, che ripropone il problema della presenza delle famiglie criminali campane sul litorale pontino e in altre zone del Lazio. Un mese dopo l'uccisione di un luogotenente del clan Moccia, Modestino Pellino, freddato alle spalle da un sicario in una piazza di Nettuno, cittadina balneare in provincia di Roma.
Marino, 48 anni, era il fratello di Gennaro Marino, detenuto in regime di carcere duro, artefice della secessione del 2004 dal clan Di Lauro che diede vita agli Scissionisti e provocò decine di morti tra i quartieri di Scampia e di Secondigliano, a Napoli. Ultimamente Gaetano Marino si sarebbe avvicinato ai Vinella-Grassi, gruppo che contende alcune piazze di spaccio della droga a Scampia alle famiglie Abete, Notturno e Abbinante. Doveva il soprannome "Moncherino" al fatto di aver perso entrambe le mani nello scoppio di un ordigno. Nel febbraio scorso Marino era stato al centro di un caso televisivo: su Facebook lo scrittore Roberto Saviano aveva denunciato la sua presenza in prima fila al Teatro Politeama di Catanzaro durante una serata registrata e poi andata in onda su Rai 2 nel 2010, in cui aveva cantato la figlia dodicenne del boss.
L'agguato di Terracina è avvenuto intorno alle 17. Allo stabilimento Sirenella, in viale Circe, a quell'ora c'è ancora molta gente. Secondo una prima ricostruzione, Marino torna dalla spiaggia e raggiunge il marciapiede all'esterno, forse dopo una chiamata al cellulare, una sorta di trappola. Gli assassini lo aspettano lì e gli scaricano addosso diversi colpi con una pistola semiautomatica, lasciandolo in una pozza di sangue. Poi salgono a bordo di una macchina e scappano. Intorno è il panico, con gente che urla e fugge. Sul posto arrivano gli agenti del commissariato di Terracina e gli uomini della squadra mobile di Latina. La Scientifica raccoglie le tracce rimaste sull'asfalto. Ci sarebbero alcuni testimoni dell'omicidio, che vengono sentiti in queste ore: tra loro anche due guardaspalle di Marino, a quanto si apprende. Segno che forse il boss aveva paura. Posti di blocco sono stati disseminati per il litorale e l'intera provincia. La caccia ai killer è aperta.
Tra le ipotesi sul movente anche quella di una faida interna agli stessi Scissionisti. Un omicidio clamoroso, che ripropone il problema della presenza delle famiglie criminali campane sul litorale pontino e in altre zone del Lazio. Un mese dopo l'uccisione di un luogotenente del clan Moccia, Modestino Pellino, freddato alle spalle da un sicario in una piazza di Nettuno, cittadina balneare in provincia di Roma.
Marino, 48 anni, era il fratello di Gennaro Marino, detenuto in regime di carcere duro, artefice della secessione del 2004 dal clan Di Lauro che diede vita agli Scissionisti e provocò decine di morti tra i quartieri di Scampia e di Secondigliano, a Napoli. Ultimamente Gaetano Marino si sarebbe avvicinato ai Vinella-Grassi, gruppo che contende alcune piazze di spaccio della droga a Scampia alle famiglie Abete, Notturno e Abbinante. Doveva il soprannome "Moncherino" al fatto di aver perso entrambe le mani nello scoppio di un ordigno. Nel febbraio scorso Marino era stato al centro di un caso televisivo: su Facebook lo scrittore Roberto Saviano aveva denunciato la sua presenza in prima fila al Teatro Politeama di Catanzaro durante una serata registrata e poi andata in onda su Rai 2 nel 2010, in cui aveva cantato la figlia dodicenne del boss.
L'agguato di Terracina è avvenuto intorno alle 17. Allo stabilimento Sirenella, in viale Circe, a quell'ora c'è ancora molta gente. Secondo una prima ricostruzione, Marino torna dalla spiaggia e raggiunge il marciapiede all'esterno, forse dopo una chiamata al cellulare, una sorta di trappola. Gli assassini lo aspettano lì e gli scaricano addosso diversi colpi con una pistola semiautomatica, lasciandolo in una pozza di sangue. Poi salgono a bordo di una macchina e scappano. Intorno è il panico, con gente che urla e fugge. Sul posto arrivano gli agenti del commissariato di Terracina e gli uomini della squadra mobile di Latina. La Scientifica raccoglie le tracce rimaste sull'asfalto. Ci sarebbero alcuni testimoni dell'omicidio, che vengono sentiti in queste ore: tra loro anche due guardaspalle di Marino, a quanto si apprende. Segno che forse il boss aveva paura. Posti di blocco sono stati disseminati per il litorale e l'intera provincia. La caccia ai killer è aperta.