Taranto, l'Ilva divide sindacati e città

Cronaca
Operai dell'Ilva di Taranto

Contro la decisione del gip Fim e Uilm bloccano la via Appia, ma la Fiom si dissocia. Un migliaio di cittadini sfilano intanto in un corteo pro-giudici. Ferrante: "Faremo ricorsi in ogni sede"

"Incendiare Taranto significa soltanto lasciare cenere e macerie. Invece noi abbiamo bisogno di equilibrio e di responsabilità". Alla fine di un'altra giornata tumultuosa sul futuro dell'Ilva di Taranto, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, lancia un messaggio distensivo. Un appello il suo che arriva dopo che gli operai del Siderurgico lunedì hanno bloccato per due ore la statale Appia e che hanno annunciato che torneranno ad occuparla martedì e giovedì mattina, dalle 10 alle 12. Uno sciopero, quello indetto da Fim e Uilm, che ha spaccato i sindacati perché la Fiom ha deciso di non aderire alla protesta  "perché attacca la magistratura", o meglio il gip Patrizia Todisco che ha messo sotto sequestro l'acciaieria più grande d'Europa, ha ribadito con un'ordinanza ad hoc di fermare gli impianti a caldo e ha estromesso il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, dall'incarico di custode e amministratore dei beni sequestrati. Contro questi ultimi due provvedimenti del gip Todisco, l'Ilva ha annunciato  che domattina presenterà appello al tribunale del Riesame.

Ferrante: "Faremo ricorso in ogni sede" - "Noi - sottolinea l'ex prefetto Ferrante dopo il vertice a Bari con il presidente Vendola - ci difenderemo in ogni sede della giustizia ordinaria. Ci difenderemo nel processo, non fuori dal processo. Se c'è la strada, anche tenue, su un possibile dialogo noi la dobbiamo percorrere. Non è il momento dei conflitti". Dall'incontro con Vendola - spiega Ferrante - "è stata confermata la linea già assunta da noi, dalla Regione e dal governo centrale: trovare soluzioni condivise per migliorare l'ambiente a Taranto e completare il rinnovamento dell'Ilva che ora spetterà ai custodi nominati dal giudice portare avanti". Sul risanamento ambientale si è soffermato anche Vendola, dicendo che l'Ilva "deve mantenere i propri impegni e renderli chiari, possibilmente nero su bianco, nelle prossime ore, nei prossimi giorni e portare alla Procura e ai giudici competenti un cronoprogramma preciso nei tempi di attuazione negli impegni, così come noi dobbiamo continuare a svolgere quello che abbiamo previsto di fare nel protocollo d'intesa con il governo".

Manifestazione a favore del Gip - Mentre a Bari era in corso il vertice, a Taranto mille persone sono scese in piazza per gridare il proprio sostegno al gip Todisco (al quale sono stati riservati applausi e urla di incitamento ad andare avanti) e per incoronare l'operaio dell'Ilva Cataldo Ranieri capo carismatico di una protesta contro l'inquinamento industriale che sembra sul nascere. Quello che fa arrabbiare ancora di più i comitati scesi in piazza sono le parole del presidente dell'Ilva, Ferrante, che subito dopo il vertice barese ha detto di essere sicuro che "non c'è a Taranto un'emergenza sanitaria tale da poter giustificare" i provvedimenti di sequestro della magistratura. "L'Ilva - ribatte Ranieri citando gli atti giudiziari - a Taranto ha provocato malattie e morte e noi non vogliamo barattare il nostro posto di lavoro con la salute dei nostri figli".

Passera, Severino e Clini il 17 agosto a Taranto - Polemiche a parte, a Palazzo di giustizia è arrivata la richiesta del Guardasigilli di acquisire le due ordinanze del giudice Todisco che hanno riacceso i focolai di protesta e che hanno indotto il presidente del consiglio dei ministri, Mario Monti, ad annunciare ricorso alla Consulta e ad inviare il 17 agosto a Taranto i ministri Passera, Severino e Clini. Per la missione dei tre ministri non sono escluse manifestazioni di protesta, delle quali si è parlato durante il comizio tenuto dai comitati in piazza della Vittoria. Infine, nel palagiustizia tarantino cresce l'attesa per il deposito delle motivazioni del Riesame che ha confermato il sequestro degli impianti a caldo dell'Ilva autorizzandone l'utilizzazione "in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti". Le motivazioni potrebbero essere depositate dopo ferragosto.

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