Immigrazione, nuovo sbarco in Puglia

Cronaca

127 stranieri, in gran parte egiziani e palestinesi, sono stati soccorsi e condotti nel porto di Bari. Tra loro numerosi minorenni. Erano in mare da poco meno di una settimana

Nuovo sbarco di clandestini sulle coste pugliesi: 127 i migranti, per lo più di nazionalità egiziana e palestinese, tra cui numerosi minorenni che sembrerebbero avere tra i 14 e i 15 anni,  tutti a bordo di un peschereccio, sono stati tratti in salvo da un'unità della Guardia di Finanza e condotti nel porto di Bari, intorno alle 5.30 di mattina di lunedì 16 luglio.
I migranti erano in navigazione da poco meno di una settimana e sono giunti sulle coste pugliesi molto provati: per 7 di loro è stato necessario il ricovero in ospedale.

La dinamica del viaggio - Erano stati intercettati sabato 14 luglio dall'equipaggio di un aereo islandese coordinato dal Roan di Taranto nell'ambito di servizi internazionali anti-immigrazione, a 25 miglia a largo di San Cataldo, nel Salento, ed erano stati monitorati per circa 48 ore.
Nella notte tra il 15 e il 16 luglio il peschereccio è entrato in acque territoriali ed è stato abbordato alle 3.40 da uomini e mezzi del Roan della Guardia di finanza; due finanzieri sono riusciti a salire a bordo del peschereccio nonostante il mare molto mosso.
L'arrivo dei migranti nel porto di Bari è avvenuto nelle prime ore della mattinata: qui sono cominciate le pratiche di identificazione del gruppo con la collaborazione della Polizia di frontiera e della Questura. Tra i migranti - secondo i primi accertamenti - ci potrebbero essere anche gli scafisti che sarebbero di nazionalità egiziana. Alle operazioni di soccorso hanno partecipato anche un elicottero e mezzi di supporto della Capitaneria di porto.

Terzi: "Non bisogna preoccuparsi" - Sul tema è intervenuto a SkyTG24 (guarda il video) anche il ministro degli Esteri Giulio Terzi, secondo cui non bisogna essere troppo  preoccupati" per l'ondata di immigrazione clandestina che è tornata a colpire le coste italiane, perché, spiega, si tratta di un fenomeno più contenuto rispetto a quello registrato lo scorso anno con 30 mila casi: "Un flusso enorme - ha sottolineato Terzi - dovuto anche ai cambiamento in quel momento in atto" nei paesi della sponda sud del Mediterraneo.

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