Lo riferisce l'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati: un barcone partito dalla Libia e diretto verso l'Italia sarebbe rimasto in balia delle onde per almeno quindici giorni. I passeggeri morti per disidratazione
Nuova tragedia in mare: 54 persone che tentavano di raggiungere l'Italia dalla Libia su un gommone sono morte, per disidratazione, nei giorni scorsi. Lo riferisce un comunicato dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr) riportando la testimonianza dell'unico superstite che ha raccontato un calvario durato 15 giorni.
Spinti in alto mare dai venti - Sul sito dell'agenzia si racconta come il sopravvissuto sia stato avvistato al largo delle coste tunisine e portato all'ospedale di Zarzis dove è stato ricoverato per assideramento e disidratazione. L'uomo avrebbe raccontato di essere partito da Tripoli a fine giugno e dopo un giorno di navigazione l'imbarcazione sarebbe giunta in vista delle coste italiane. Ma i forti venti contrari l'avrebbero respinta verso il mare e nel giro di pochi giorni il gommone avrebbe iniziato a sgonfiarsi. A bordo non c'era acqua e i passeggeri avrebbero iniziato a bere l'acqua di mare. Stando al racconto dell'uomo la metà dei passeggeri erano di nazionalità eritrea.
Dall'inizio dell'anno morte già 170 persone - "E'una vera tragedia", ha dichiarato T. Alexander Aleinikoff, vice Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati "54 persone sono morte". "Mi appello ai comandanti delle imbarcazioni nel Mediterraneo affinché prestino la massima attenzione a possibili casi di migranti e rifugiati in difficoltà che necessitano di essere soccorsi," ha detto Aleinikoff. "Il Mediterraneo è uno dei tratti di mare più trafficati del mondo ed è fondamentale che l'antica tradizione del salvataggio in mare continui ad essere rispettata." L'UNHCR stima che quest'anno siano circa 170 le persone morte o disperse in mare nel tentativo di giungere in Europa dalla Libia.
Riccardi: "Rafforzare dialogo con paesi della sponda sud" - Secondo il ministro per la cooperazione Andrea Riccardi "occorre rafforzare il dialogo e le politiche di cooperazione con i paesi della sponda sud, specie con i nuovi governi nati o che stanno nascendo dopo la primavera araba". "Il Mediterraneo deve tornare ad essere un mare sicuro per tutti", ha aggiunto Riccardi rientrando da Mazzara del Vallo, in Sicilia, dove ha partecipato ad una cerimonia per i morti del mare ed ha incontrato le famiglie degli equipaggi dei pescherecci rilasciati nei giorni scorsi dopo essere stati sequestrati a 42 miglia dalla costa libica da cinque miliziani libici armati.
Spinti in alto mare dai venti - Sul sito dell'agenzia si racconta come il sopravvissuto sia stato avvistato al largo delle coste tunisine e portato all'ospedale di Zarzis dove è stato ricoverato per assideramento e disidratazione. L'uomo avrebbe raccontato di essere partito da Tripoli a fine giugno e dopo un giorno di navigazione l'imbarcazione sarebbe giunta in vista delle coste italiane. Ma i forti venti contrari l'avrebbero respinta verso il mare e nel giro di pochi giorni il gommone avrebbe iniziato a sgonfiarsi. A bordo non c'era acqua e i passeggeri avrebbero iniziato a bere l'acqua di mare. Stando al racconto dell'uomo la metà dei passeggeri erano di nazionalità eritrea.
Dall'inizio dell'anno morte già 170 persone - "E'una vera tragedia", ha dichiarato T. Alexander Aleinikoff, vice Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati "54 persone sono morte". "Mi appello ai comandanti delle imbarcazioni nel Mediterraneo affinché prestino la massima attenzione a possibili casi di migranti e rifugiati in difficoltà che necessitano di essere soccorsi," ha detto Aleinikoff. "Il Mediterraneo è uno dei tratti di mare più trafficati del mondo ed è fondamentale che l'antica tradizione del salvataggio in mare continui ad essere rispettata." L'UNHCR stima che quest'anno siano circa 170 le persone morte o disperse in mare nel tentativo di giungere in Europa dalla Libia.
Riccardi: "Rafforzare dialogo con paesi della sponda sud" - Secondo il ministro per la cooperazione Andrea Riccardi "occorre rafforzare il dialogo e le politiche di cooperazione con i paesi della sponda sud, specie con i nuovi governi nati o che stanno nascendo dopo la primavera araba". "Il Mediterraneo deve tornare ad essere un mare sicuro per tutti", ha aggiunto Riccardi rientrando da Mazzara del Vallo, in Sicilia, dove ha partecipato ad una cerimonia per i morti del mare ed ha incontrato le famiglie degli equipaggi dei pescherecci rilasciati nei giorni scorsi dopo essere stati sequestrati a 42 miglia dalla costa libica da cinque miliziani libici armati.