Aldrovandi, la Cassazione conferma le condanne
Cronaca3 anni e 6 mesi di carcere per i 4 agenti agenti responsabili della morte del 18enne pestato a Ferrara nel 2005. Soddisfatto il padre: "Vorrei la stessa giustizia anche per i casi di Cucchi, Uva e Ferulli". Grazie all'indulto però sconteranno solo 6 mesi
La Cassazione ha confermato la condanna a tre anni e sei mesi di reclusione per gli agenti di polizia Monica Segatto, Enzo Pontani, Paolo Forlani e Luca Pollastri accusati dell'omicidio colposo, per eccesso dei mezzi di contenimento, dello studente ferrarese Federico Aldovrandi. I quattro poliziotti dovranno scontare una pena di soli sei mesi dato che tre anni sono stati loro condonati per l’indulto.
La decisione accoglie la richiesta del sostituto procuratore generale della Cassazione, Gabriele Mazzotta, che aveva solleccitato la conferma della sentenza di primo e secondo grado.
Nella sua dura requisitoria, la pubblica accusa di piazza Cavour ha ricostruito la dinamica del pestaggio avvenuto nel 2005 ai danni di Aldrovandi. "Alla polizia - ha evidenziato il pg nella sua requisitoria - spettano compiti ingrati di intervenire in ogni momento e nelle ore più faticose ma devono avere un grande senso di responsabilità e in questo caso non è andata così. I poliziotti non avevano davanti un mostro, hanno agito come schegge impazzite avventandosi in quattro contro un ragazzo solo. Le condotte assunte dimostrano un grave deficit di diligenza e di regole precauzionali. L'agire dei poliziotti ha trasceso i limiti consentiti".
Il Pg ha inoltre condannato i "depistaggi" messi in atto dai quattro agenti: "Si voleva fare passare la tesi che Federico Aldrovandi fosse morto in conseguenza dell'assunzione di stupefacenti. E invece - ha sottolineato Mazzotta - la causa della morte è derivato proprio dal trauma del torace chiuso. Aldrovandi è stato percosso e su di lui sono state esercitate anomale pressioni sul torace, provocandone la morte. In quattro contro uno solo - ha ribadito il Pg - si sono avventati su di lui con una cooperazione colposa. Aldrovandi ha semplicemente tentato di difendersi sferrando un calcio che non è nemmeno andato a segno".
"E' un'aria di giustizia che vorrei si respirasse in tutti i tribunali del Paese, penso soprattutto a quelli che devono decidere dei casi di Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e Michele Ferulli, con i loro familiari ci sentiamo ormai tutti uniti da uno stesso dolore e dalla stessa ricerca di giustizia". ha commentato il papà di Federico Lino Aldovrandi (GUARDA LE FOTO).
La decisione accoglie la richiesta del sostituto procuratore generale della Cassazione, Gabriele Mazzotta, che aveva solleccitato la conferma della sentenza di primo e secondo grado.
Nella sua dura requisitoria, la pubblica accusa di piazza Cavour ha ricostruito la dinamica del pestaggio avvenuto nel 2005 ai danni di Aldrovandi. "Alla polizia - ha evidenziato il pg nella sua requisitoria - spettano compiti ingrati di intervenire in ogni momento e nelle ore più faticose ma devono avere un grande senso di responsabilità e in questo caso non è andata così. I poliziotti non avevano davanti un mostro, hanno agito come schegge impazzite avventandosi in quattro contro un ragazzo solo. Le condotte assunte dimostrano un grave deficit di diligenza e di regole precauzionali. L'agire dei poliziotti ha trasceso i limiti consentiti".
Il Pg ha inoltre condannato i "depistaggi" messi in atto dai quattro agenti: "Si voleva fare passare la tesi che Federico Aldrovandi fosse morto in conseguenza dell'assunzione di stupefacenti. E invece - ha sottolineato Mazzotta - la causa della morte è derivato proprio dal trauma del torace chiuso. Aldrovandi è stato percosso e su di lui sono state esercitate anomale pressioni sul torace, provocandone la morte. In quattro contro uno solo - ha ribadito il Pg - si sono avventati su di lui con una cooperazione colposa. Aldrovandi ha semplicemente tentato di difendersi sferrando un calcio che non è nemmeno andato a segno".
"E' un'aria di giustizia che vorrei si respirasse in tutti i tribunali del Paese, penso soprattutto a quelli che devono decidere dei casi di Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e Michele Ferulli, con i loro familiari ci sentiamo ormai tutti uniti da uno stesso dolore e dalla stessa ricerca di giustizia". ha commentato il papà di Federico Lino Aldovrandi (GUARDA LE FOTO).