Lo scrittore, ospite dell’evento organizzato a Bologna da Repubblica, nega un suo ingresso in politica. E racconta le storie dei guasti della finanza e quelle di chi prova a resistere: “Durante le crisi le mafie crescono e creano consenso”
Le storie dei guasti della finanza e quelle di chi prova a resistere. Un romanzo della crisi, raccontato da Roberto Saviano. L'autore di Gomorra è stato ospite a Bologna della "Repubblica delle idee", la kermesse organizzata dal quotidiano diretto da Ezio Mauro.
“Repubblica non è un partito, ma un’officina per le idee” - "Non c'è nessuna lista, né alcun partito". Prima di cominciare il suo racconto, Roberto Saviano ha smentito così, dal palco dell'Arena del Sole, chi ha giudicato "la Repubblica delle idee", il festival organizzato in questi giorni a Bologna dal quotidiano La Repubblica, come il tentativo di dare vita ad un nuovo partito. "Hanno detto persino che io sarei il capolista, le solite menzogne", ha tagliato taglia corto lo scrittore.
Secondo Saviano, quella di Repubblica non è altro che "un'officina, la possibilità di scambiare idee e riflessioni". Un modo, ha concluso, "per riportare la discussione tra le persone".
Il ruolo delle mafie nella crisi e l’esempio di Al Capone - Per Saviano le organizzazioni criminali sono le vere protagoniste delle fasi di crisi economica. "Durante le crisi - ha detto Saviano - le organizzazioni criminali crescono e creano consenso". Lo scrittore cita l'esempio di Al Capone, negli anni Venti del Secolo scorso, e del colombiano Pablo Escobar, negli anni Ottanta. "Ogni ora che passa è un lasciapassare per i cartelli, che non hanno neanche bisogno di minacciare", ha aggiunto Saviano, invitando gli organismi nazionali e internazionali a "mappare i capitali criminali".
"Il governo deve aggredire i capitali criminali" - "Il governo metta mano a nuovi strumenti per aggredire i capitali criminali". E' l'appello che fa Roberto Saviano. "Mi rendo conto che ha avuto tante urgenze - aggiunge - ma ha fatto male, e lo dico con rammarico, a non sentire l'urgenza di affrontare la questione dei capitali criminali per fermare le speculazioni e il loro dilagare".
Per l'autore di Gomorra, "l'Italia ha un know how che nessun Paese al mondo ha nella lotta alla criminalità organizzata". Ecco perché l'attuale governo deve "far capire all'Europa e al mondo intero che siamo fondamentali per affrontare la crisi".
"Gli italiani dimostrino di essere all'avanguardia", conclude Saviano, affiancato sul palco del teatro dall'attore Pierfrancesco Favino, che ha letto i brani di alcuni libri. Un lungo applauso ha poi accompagnato la fine dell'intervento dello scrittore.
Anche Monti sul palco di Repubblica - Poco prima, nel pomeriggio di sabato 16 giugno, era stato il premier Mario Monti l'ospite d'eccezione dell'iniziativa organizzata a Bologna dal giornale diretto da Ezio Mauro. Il presidente del Consiglio ha parlato del suo governo e ovviamente della crisi, il tema centrale che preoccupa l'Italia e l'Europa intera. "Siamo ancora in una crisi - ha detto Monti - ma ne usciremo da soli". A Bologna però non sono mancate le contestazioni per il premier, poi sfociate in scontri tra alcuni manifestanti e gli agenti che presidiavano la zona.
“Repubblica non è un partito, ma un’officina per le idee” - "Non c'è nessuna lista, né alcun partito". Prima di cominciare il suo racconto, Roberto Saviano ha smentito così, dal palco dell'Arena del Sole, chi ha giudicato "la Repubblica delle idee", il festival organizzato in questi giorni a Bologna dal quotidiano La Repubblica, come il tentativo di dare vita ad un nuovo partito. "Hanno detto persino che io sarei il capolista, le solite menzogne", ha tagliato taglia corto lo scrittore.
Secondo Saviano, quella di Repubblica non è altro che "un'officina, la possibilità di scambiare idee e riflessioni". Un modo, ha concluso, "per riportare la discussione tra le persone".
Il ruolo delle mafie nella crisi e l’esempio di Al Capone - Per Saviano le organizzazioni criminali sono le vere protagoniste delle fasi di crisi economica. "Durante le crisi - ha detto Saviano - le organizzazioni criminali crescono e creano consenso". Lo scrittore cita l'esempio di Al Capone, negli anni Venti del Secolo scorso, e del colombiano Pablo Escobar, negli anni Ottanta. "Ogni ora che passa è un lasciapassare per i cartelli, che non hanno neanche bisogno di minacciare", ha aggiunto Saviano, invitando gli organismi nazionali e internazionali a "mappare i capitali criminali".
"Il governo deve aggredire i capitali criminali" - "Il governo metta mano a nuovi strumenti per aggredire i capitali criminali". E' l'appello che fa Roberto Saviano. "Mi rendo conto che ha avuto tante urgenze - aggiunge - ma ha fatto male, e lo dico con rammarico, a non sentire l'urgenza di affrontare la questione dei capitali criminali per fermare le speculazioni e il loro dilagare".
Per l'autore di Gomorra, "l'Italia ha un know how che nessun Paese al mondo ha nella lotta alla criminalità organizzata". Ecco perché l'attuale governo deve "far capire all'Europa e al mondo intero che siamo fondamentali per affrontare la crisi".
"Gli italiani dimostrino di essere all'avanguardia", conclude Saviano, affiancato sul palco del teatro dall'attore Pierfrancesco Favino, che ha letto i brani di alcuni libri. Un lungo applauso ha poi accompagnato la fine dell'intervento dello scrittore.
Anche Monti sul palco di Repubblica - Poco prima, nel pomeriggio di sabato 16 giugno, era stato il premier Mario Monti l'ospite d'eccezione dell'iniziativa organizzata a Bologna dal giornale diretto da Ezio Mauro. Il presidente del Consiglio ha parlato del suo governo e ovviamente della crisi, il tema centrale che preoccupa l'Italia e l'Europa intera. "Siamo ancora in una crisi - ha detto Monti - ma ne usciremo da soli". A Bologna però non sono mancate le contestazioni per il premier, poi sfociate in scontri tra alcuni manifestanti e gli agenti che presidiavano la zona.