Il premier nelle zone colpite dal terremoto accolto da qualche fischio. Catricalà: “5262 persone senza casa”. Stanziati 50 milioni per lo stato d’emergenza. L'allarme di Coldiretti e Confindustria: "Danni per centinaia di milioni di euro". VIDEO - FOTO
"Con questa visita ho voluto portare, soprattutto, il senso di vicinanza del governo, con tutte le sue strutture, a queste famiglie, a questa popolazione così colpita negli affetti e anche nella sua attività quotidiana". A dirlo, il presidente del Consiglio Mario Monti, durante una visita a Sant'Agostino, una delle zone più colpite dal sisma in Emilia. Il premier - che ha anticipato il suo rientro dagli Stati Uniti per partecipare al Consiglio dei ministri - ha subito la contestazione di un gruppetto di persone (video). E ha poi annunciato: "Ho parlato con Errani della possibilità di sospendere i pagamenti fiscali".
Intanto arrivano i primi dati ufficiali dal sisma: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Catricalà ha detto che sono 5.262 le persone evacuate, mentre sono 7.000 i posti letto messi a disposizione.
Nel pomeriggio di martedì 22 maggio il Consiglio dei Ministri, al quale ha partecipato anche il premier Monti, ha dichiarato lo stato d'emergenza. Stanziati 50 milioni di euro già inseriti nel fondo nazionale per la Protezione civile. Il Presidente del Consiglio ha annunciato il suo proposito di rinviare il pagamento dell'Imu per le abitazioni e gli stabilimenti industriali che saranno dichiarati inagibili". Per fare fronte alle spese derivanti dal sisma inoltre in Emilia "non è stato necessario procedere ad alcun aumento delle accise".
Coldiretti: gravi danni per i caseifici - Intanto, mentre si continua l'assistenza ai 5mila sfollati ospitati per la seconda notte nelle tendopoli, si provano a contare i danni. Oltre a quelli al patrimonio culturale, preoccupano quelli legati alle attività produttive: diversi imprenditori sono rimasti senza fabbrica. "Quasi il 10 per cento della produzione italiana di Parmigiano Reggiano è stata colpita dal terremoto, che ha lesionato i magazzini di stagionatura nel modenese e fatto rovinare a terra oltre 300mila forme di Parmigiano Reggiano", denuncia la Coldiretti, che evidenzia che sono state interessate nella provincia di Mantova altre centomila forme di Grana Padano, il 2 per cento della produzione totale.
Le perdite subite dai due formaggi più famosi d'Italia - sottolinea la Coldiretti - fanno salire notevolmente il conto dei danni nel settore agroalimentare, stimati dalla Coldiretti in 200 milioni di euro se si tiene conto anche di crolli e lesioni degli edifici rurali (case, stalle, fienili e serre), danni ai macchinari e perdita degli animali sotto le macerie, come a Massafinalese nell'azienda Veronesi dove sono morti oltre 100 maiali.
Confindustria: "Danni per centinaia di milioni di euro" - E alla denuncia di Coldiretti e delal Cgil (che ha parlato di 5mila posti a rischio nella zona) si somma quella di Confindustria. Gli stabilimenti più duramente colpiti hanno la produzione ferma o solo parzialmente riavviata. Gli effetti del sisma non sono soltanto di natura strutturale, ma coinvolgono impianti e macchinari per i quali sono necessari nuovi collaudi; prodotti finiti per la consegna o il magazzino non più utilizzabili; reti e collegamenti tecnologici da riattivare. "In questo momento - spiegano dal'associazione regionale - una stima dei danni appare difficile e prematura - continua l'associazione - ma si può ragionevolmente ipotizzare che i danni diretti alle imprese non siano inferiori ad alcune centinaia di milioni di euro".
Intanto arrivano i primi dati ufficiali dal sisma: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Catricalà ha detto che sono 5.262 le persone evacuate, mentre sono 7.000 i posti letto messi a disposizione.
Nel pomeriggio di martedì 22 maggio il Consiglio dei Ministri, al quale ha partecipato anche il premier Monti, ha dichiarato lo stato d'emergenza. Stanziati 50 milioni di euro già inseriti nel fondo nazionale per la Protezione civile. Il Presidente del Consiglio ha annunciato il suo proposito di rinviare il pagamento dell'Imu per le abitazioni e gli stabilimenti industriali che saranno dichiarati inagibili". Per fare fronte alle spese derivanti dal sisma inoltre in Emilia "non è stato necessario procedere ad alcun aumento delle accise".
Coldiretti: gravi danni per i caseifici - Intanto, mentre si continua l'assistenza ai 5mila sfollati ospitati per la seconda notte nelle tendopoli, si provano a contare i danni. Oltre a quelli al patrimonio culturale, preoccupano quelli legati alle attività produttive: diversi imprenditori sono rimasti senza fabbrica. "Quasi il 10 per cento della produzione italiana di Parmigiano Reggiano è stata colpita dal terremoto, che ha lesionato i magazzini di stagionatura nel modenese e fatto rovinare a terra oltre 300mila forme di Parmigiano Reggiano", denuncia la Coldiretti, che evidenzia che sono state interessate nella provincia di Mantova altre centomila forme di Grana Padano, il 2 per cento della produzione totale.
Le perdite subite dai due formaggi più famosi d'Italia - sottolinea la Coldiretti - fanno salire notevolmente il conto dei danni nel settore agroalimentare, stimati dalla Coldiretti in 200 milioni di euro se si tiene conto anche di crolli e lesioni degli edifici rurali (case, stalle, fienili e serre), danni ai macchinari e perdita degli animali sotto le macerie, come a Massafinalese nell'azienda Veronesi dove sono morti oltre 100 maiali.
Confindustria: "Danni per centinaia di milioni di euro" - E alla denuncia di Coldiretti e delal Cgil (che ha parlato di 5mila posti a rischio nella zona) si somma quella di Confindustria. Gli stabilimenti più duramente colpiti hanno la produzione ferma o solo parzialmente riavviata. Gli effetti del sisma non sono soltanto di natura strutturale, ma coinvolgono impianti e macchinari per i quali sono necessari nuovi collaudi; prodotti finiti per la consegna o il magazzino non più utilizzabili; reti e collegamenti tecnologici da riattivare. "In questo momento - spiegano dal'associazione regionale - una stima dei danni appare difficile e prematura - continua l'associazione - ma si può ragionevolmente ipotizzare che i danni diretti alle imprese non siano inferiori ad alcune centinaia di milioni di euro".