Secondo gli inquirenti Gioacchino Campolo avrebbe accumulato enormi somme di denaro da mettere a disposizione della 'Ndrangheta. Si tratta della confisca più consistente mai effettuata nei confronti di un'unica persona
Avrebbe accumulato enormi somme di denaro da mettere a disposizione di esponenti di vertice della 'Ndrangheta. E' l'accusa che viene contestata a Gioacchino Campolo, conosciuto come il re del videopoker, al quale il Nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria della Guardia di finanza ha confiscato beni per 330 milioni di euro. Si tratta della confisca più consistente mai effettuata nei confronti di un'unica persona.
Secondo quanto scrive la Gdf in una nota, Campolo sarebbe legato a esponenti della 'ndrangheta reggina tra cui i De Stefano, gli Zindato e gli Audino. Secondo gli inquirenti, l’imprenditore alterava sistematicamente gli apparecchi da gioco "dando vita non solo a una gigantesca frode fiscale ma, soprattutto, alla disponibilità di ingenti somme di denaro in nero che costituivano la 'liquidità da mettere a disposizione di esponenti della 'Ndrangheta e da investire nell'acquisto di numerosi immobili non solo a Reggio Calabria ma anche a Roma, Milano e Parigi".
Nel gennaio 2009, in un'altra operazione della Gdf, erano stati sequestrati 35 milioni di beni a suo nome.
Secondo quanto scrive la Gdf in una nota, Campolo sarebbe legato a esponenti della 'ndrangheta reggina tra cui i De Stefano, gli Zindato e gli Audino. Secondo gli inquirenti, l’imprenditore alterava sistematicamente gli apparecchi da gioco "dando vita non solo a una gigantesca frode fiscale ma, soprattutto, alla disponibilità di ingenti somme di denaro in nero che costituivano la 'liquidità da mettere a disposizione di esponenti della 'Ndrangheta e da investire nell'acquisto di numerosi immobili non solo a Reggio Calabria ma anche a Roma, Milano e Parigi".
Nel gennaio 2009, in un'altra operazione della Gdf, erano stati sequestrati 35 milioni di beni a suo nome.