Le forze dell'ordine hanno anche sequestrato 10 milioni di euro tra beni e società della cosca, rivale storica dei Casalesi. "Decisivo nell'organizzazione il ruolo delle mogli dei boss reclusi in regime di 41 bis"
Vasta operazione della Direzione distrettuale antimafia di Napoli contro il clan Belforte di Marcianise (Caserta).
Carabinieri, Polizia e Gdf di Caserta hanno eseguito 44 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti esponenti del clan.
In esecuzione, in varie regioni, anche un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 10 milioni di euro, con 250 rapporti bancari appartenenti a soggetti o società riconducibili ai componenti dei nuclei familiari degli arrestati.
Decisivo il ruolo delle mogli deli capi-clan - L'attività investigativa ha delineato anche il ruolo di assoluto rilievo svolto negli ultimi anni secondo le indagini dalle mogli dei capi-clan, condannati a lunghe pene detentive e reclusi in regime di 41 bis: avevano assunto la reggenza dell'organizzazione, gestendone anche la cassa comune e garantendo il prosieguo delle attività illecite.
Due anni di indagini - Le indagini che hanno portato alla retata di affiliati alla cosca è nata all'indomani del sequestro del libro contabile e degli elenchi degli imprenditori vittime delle estorsioni cui erano sottoposti dal clan Belforte.
L'indagine è durata circa due anni, ma nel corso di questo tempo polizia, carabinieri e fiamme gialle sono riusciti a ricostruire l'organigramma della cosca, già minata negli ultimi due anni da decine di arresti. Il clan Belforte viene ritenuto dagli inquirenti "tanto potente da indurre il clan dei Casalesi nel corso degli anni '90 a concludere un patto di non belligarenza sulla spartizione dei proventi e delle attività estorsive di un'ampia zona del casertano".
Carabinieri, Polizia e Gdf di Caserta hanno eseguito 44 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti esponenti del clan.
In esecuzione, in varie regioni, anche un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 10 milioni di euro, con 250 rapporti bancari appartenenti a soggetti o società riconducibili ai componenti dei nuclei familiari degli arrestati.
Decisivo il ruolo delle mogli deli capi-clan - L'attività investigativa ha delineato anche il ruolo di assoluto rilievo svolto negli ultimi anni secondo le indagini dalle mogli dei capi-clan, condannati a lunghe pene detentive e reclusi in regime di 41 bis: avevano assunto la reggenza dell'organizzazione, gestendone anche la cassa comune e garantendo il prosieguo delle attività illecite.
Due anni di indagini - Le indagini che hanno portato alla retata di affiliati alla cosca è nata all'indomani del sequestro del libro contabile e degli elenchi degli imprenditori vittime delle estorsioni cui erano sottoposti dal clan Belforte.
L'indagine è durata circa due anni, ma nel corso di questo tempo polizia, carabinieri e fiamme gialle sono riusciti a ricostruire l'organigramma della cosca, già minata negli ultimi due anni da decine di arresti. Il clan Belforte viene ritenuto dagli inquirenti "tanto potente da indurre il clan dei Casalesi nel corso degli anni '90 a concludere un patto di non belligarenza sulla spartizione dei proventi e delle attività estorsive di un'ampia zona del casertano".