"Collaborano con Israele": sito antisemita pubblica 163 nomi

Cronaca

Una pagina web mette online un elenco con i nomi delle famiglie ebraiche nelle principali città italiane e i nominativi di oltre cento professori universitari accusati di lavorare per l’intelligence israeliana

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Tornano in rete le liste di proscrizione antisemite. Un elenco con i nomi di 163 professori universitari italiani, accusati di essere collaboratori dell'intelligence israeliana, è comparso su un sito d'ispirazione neo-nazista. Nella lista ci sono filosofi, storici, letterati, economisti e giuristi. Le universitè finite nel mirino del sito antisemita hanno sede in tutta Italia: Roma, Trieste, Torino, Udine, Venezia, Milano, Pavia, Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Genova, Firenze (la presenza di quattro docenti dell'ateneo del capoluogo toscano è indicata oggi su 'Il Corriere Fiorentino'), Pisa, Perugia, Urbino, Macerata, Napoli, Chieti, Cassino, Lecce, Bari, in Calabria e a Palermo. Sul sito compaiono anche i nomi di due professori italiani che insegnano in Inghilterra e in Germania.

In un'altra lista sempre pubblicata sul portale, i nomi di altre personalità accusate di essere "complici" di Israele: tra gli italiani, direttori di giornali, editorialisti, cronisti, semiologi, filosofi, scrittori, deputati, parlamentari europei, esponenti della comunitàebraica.

In un'altra sezione del sito denominata "il problema della sinagoga di Satana", si trova l'elenco delle famiglie di origine ebraica di Roma, Firenze, Pitigliano (Grosseto), Pisa, Livorno e Genova. Sempre sulla pagine web in cui è riportato l'elenco, compare l'invito a scaricare dalla rete un film di propaganda antisemita uscito in Germania nel 1940, "per conoscere - viene spiegato - la minaccia che viene dalla lobby ebraica".

Secondo la Digos di Firenze che ha girato l'informazione anche alla polizia postale, riporta il Corriere Fiorentino, questi nominativi sono stati inseriti di recente nel sito che ha il suo server in America. Intanto, la Questura ha rafforzato le misure di sicurezza dei cinque  professori fiorentini e della parlamentare. Mesi fa Digos e polizia postale avevano compiuto accertamenti  sulla presenza in internet di messaggi antisemiti, in particolare sui siti "Holy War" e "Stormfront". L'indagine era stata aperta dopo  la pubblicazione di una lista in venivano citati 78 cognomi di pisani  ebrei.

Secondo il presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici "c'è oramai bisogno di una legge, a livello internazionale", che blocchi sul web i fenomeni di incitamento all'odio xenofobo, al razzismo, e quindi all'antisemitismo, "cosi' come avviene per la pedopornografia". Per il presidente degli ebrei romani, l'Italia potrebbe farsi promotrice europea di questa legge da portare poi all'Onu. Pacifici ha anche sottolineato la necessità che "si velocizzino" i processi già in corso contro "i criminali" sul web.

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