Dal pecorino al kamasutra: la gaffe internazionale del Miur

Cronaca
Il bando sul sito del Miur
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In un bando per un assegno di ricerca pubblicato sul web il ministero dell'Università e della Ricerca inciampa in una traduzione dall'italiano all'inglese. Così, il formaggio diventa un'espressione slang riferita a una posizione sessuale

di Alberto Giuffrè

Clamorosa gaffe del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. In un bando per un assegno di ricerca pubblicato sul web, il Miur è inciampato in una traduzione dall'italiano all'inglese.

Ecco il titolo dell'imperdibile progetto dell'Università di Firenze: "'Dalla pecora al pecorino' tracciabilità e rintracciabilità di filiera nel settore lattiero caseario toscano". Che una riga sotto, nella versione in inglese diventa: "'From sheep to Doggy Style' traceability of milk chain in Tuscany". L'errore? E' in quel "Doggy Style", che è il modo in cui in uno slang inglese piuttosto spinto viene definita una ben specifica posizione durante l'atto sessuale. L'assonanza con "pecorino" può far intuire di cosa si tratti. Facile pensare che l'autore sia incappato nell'errore del traduttore di Google che trasforma l'aggettivo "pecorino" (della pecora) in "doggy". Invece che usare la più corretta espressione "pecorino cheese".

Il bando è stato pubblicato una prima volta il 29 novembre. Dopo la scadenza del 20 dicembre è stato riproposto lo scorso 27 gennaio con scadenza il 15 febbraio. Si può consultare anche sul sito della Commissione europea. Su Facebook sta già passando di bacheca in bacheca. "Le magie della traduzione! Come un bando in zootecnia può diventare un bando in pornografia", si legge sul blog Bioetica.

Non è la prima volta che il Miur si trova alle prese con una grana del genere. Nel settembre 2011, in un comunicato, l'ex ministro Maria Stella Gelmini parlava di un fantomatico "tunnel" tra i laboratori svizzeri del Cern e il laboratorio del Gran Sasso. Una gaffe diventata subito tormentone in Rete e che aveva portato alle dimissioni di Massimo Zennaro, portavoce del ministro.

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