Arriva un'ondata di proteste: venerdì disagi nei trasporti

Cronaca

I ferrovieri dell'Orsa si fermano per 24 ore a partire dalle 21 del 26 gennaio. Il 27 difficoltà per chi viaggia in aereo e nel trasporto pubblico locale. Serrate delle farmacie il 1 febbraio. Mobilitazioni in vista anche per benzinai e avvocati

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Le mobilitazioni dei tassisti della scorsa settimana, culminate nello sciopero del 23 gennaio, e le proteste degli autotrasportatori, sono solo l’inizio di una serie di mobilitazioni che attraverseranno il Paese nei prossimi giorni.

Disagi in vista soprattutto per chi viaggia. Per quanto riguarda i treni, lo sciopero indetto dai ferrovieri dell’Orsa sarà di 24 ore a partire dalle 21 del 26 gennaio, per protestare contro quello che viene considerato "un attacco al lavoro", ovvero la cancellazione dell'obbligo di applicare il contratto nazionale di settore. Si fermano per 24 ore, il 27 gennaio, anche i lavoratori del settore aereo.

Si ferma anche il trasporto pubblico locale per lo sciopero generale indetto dai sindacati di base, che protestano contro la manovra 'salva-Italia' "che riduce il potere d'acquisto dei salari attraverso l'aumento dell'Iva, dell'Irpef locale, dei ticket sanitari, delle accise sulla benzina", contro l'adozione dell'Ici sulla prima casa e contro la riforma delle pensioni.
Lo sciopero del trasporto pubblico avrà modalità diverse da città a città. A Milano l’agitazione è prevista dalle 8,45 alle 15 e dalle 18 al termine del servizio. A Roma 4 ore di sciopero si conteranno per i sindacati di base e 24 ore, con rispetto delle fasce di garanzia, per i lavoratori di Orsa Trasporti.

Scioperano anche le farmacie, che hanno annunciato la serrata per il 1 febbraio. Nonostante il passo indietro del governo sui farmaci di fascia C, Federfarma ha annunciato la chiusura dei punti vendita "se il Parlamento non modificherà il testo del decreto". La Federazione è favorevole a nuove aperture pari ad un massimo del 10% del totale delle farmacie esistenti e rifiuta la prospettiva di un aumento dell'attuale numero fino a un massimo di 7.000 esercizi in più.

Per quanto riguarda i distributori di benzina, il fronte dei gestori è spaccato. La Figisc Confcommercio è stata la prima a minacciare 7 giorni di serrata, ma è pronta a revocarli, mentre Faib e Fegica hanno per il momento confermato i loro 10 giorni di agitazione (da effettuare in pacchetti di tre giorni consecutivi al massimo). In questo caso però la Fegica non lamenta un eccesso di liberalizzazioni, ma una carenza, perché il decreto sarebbe troppo "rispettoso" delle esigenze dei petrolieri. Il problema di fondo è quello dell'esclusiva e di come verrà modificata.

Protestano anche gli avvocati. I legali hanno proclamato sette giorni di sciopero, i primi due il 23 e il 24 febbraio, gli altri a marzo a cavallo del loro congresso straordinario, convocato per il 9 e il 10 marzo. Pronti anche sit-in davanti al Parlamento e a Palazzo Chigi e l'intenzione di acquistare pagine sui quotidiani nazionali per spiegare le loro ragioni (guarda il manifesto).

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