Blitz antimafia dei carabinieri del Ros: undici arresti a Campobello di Mazara, roccaforte del superlatitante. Fermato anche il sindaco del paesino
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Undici persone sono state arrestate dai carabinieri del Ros in un'operazione scattata all'alba di venerdì 16 dicembre in provincia di Trapani, che ha stretto il cerchio attorno al super latitante Matteo Messina Denaro. In manette sono finite persone ritenute vicine al mandamento mafioso di Campobello di Mazara che è stato smantellato. Tra loro anche il sindaco Ciro Carava, in carica dal 2006 e riconfermato a nel giugno scorso.
Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni. Gli investigatori ritengono di avere dato un colpo molto duro a una delle ultime roccaforti del potente padrino di Cosa nostra, e, quindi, di avere indebolito ulteriormente la sua rete di protezione e la sua latitanza. Secondo l'accusa avrebbe distribuito appalti a imprenditori vicini al clan che è stato decapitato e avrebbe dato persino biglietti aerei ai familiari di detenuti reclusi al Nord.
Le indagini dei carabinieri hanno permesso di far luce sugli assetti e le dinamiche criminali della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, storicamente una delle più attive del mandamento di Castelvetrano retto appunto da Matteo Messina Denaro. In particolare è stata accertata la rivalità tra due opposti schieramenti riconducibili rispettivamente all'anziano boss Leonardo Bonafede e a Francesco Luppino, arrestato di recente nell'ambito dell'operazione "Golem", ritenuto uno dei fiancheggiatori del latitante trapanese.
Gli investigatori hanno accertato la gestione occulta, da parte di cosa nostra, di società ed imprese in grado di monopolizzare il mercato olivicolo ed altri settori dell'economia. Il Sindaco di Campobello di Mazara, Ciro Caravà, era considerato "l'espressione politica della locale consorteria mafiosa". Nel corso dell'operazione, oltre al capo della famiglia Leonardo Bonafede, inteso "u zu Nardino", è stato arrestato Filippo Greco, noto imprenditore di Campobello, da tempo trasferitosi a Gallarate (VA), ritenuto uno dei principali finanziatori nonché‚ il "consigliere economico" dell'organizzazione mafiosa. Misure cautelari sono state inoltre eseguite nei confronti di Cataldo La Rosa e Simone Mangiaracina, considerati il "braccio operativo" del capo della famiglia mafiosa. Destinatari dei provvedimenti cautelari sono inoltre: Calogero Randazzo, già condannato per associazione mafiosa; Gaspare Lipari, che avrebbe svolto la funzione di "collegamento" tra il sindaco ed il capomafia; Vito Sisgnorello, anche egli condannato per mafia.
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