La difesa di Stasi: "Pilotata l'ora della morte di Chiara"

Cronaca

I legali del giovane, imputato per l’omicidio della fidanzata avvenuto nel 2007 a Garlasco, cercano di smontare in Appello le motivazioni dell'accusa e si oppongono a un nuovo dibattimento e a nuove perizie. In primo grado il ragazzo è stato assolto

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(in fondo all'articolo tutti i video sul delitto di Garlasco)

"E' indegno di un paese civile. Cancellatelo dalla vostra testa". Così uno dei difensori di Alberto Stasi, imputato a Milano in secondo grado per l'omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi, massacrata il 13 agosto 2007 nella sua villetta di Garlasco, ha commentato il video della simulazione dell'omicidio mostrato in aula dalla parte civile martedì 22 novembre. Parole dure che il professor Angelo Giarda ha rivolto direttamente ai giudici popolari chiamati a decidere sulla colpevolezza dell'ex bocconiano accusato di omicidio aggravato dalla crudeltà. I legali di Alberto hanno anche fatto riascoltare, così come fatto dalla parte civile, la telefonata fatta da Alberto al 118. Per i difensori "non c'è il tono freddo di cui parla l'accusa, ma si evince l'emotività del giovane".

La difesa di Alberto Stasi -
E' durata oltre 9 ore la prima parte dell'arringa difensiva di Angelo Giarda e Giuseppe Colli, legali dell'ex studente della Bocconi di Milano. Venerdì 25 novembre, i due avvocati depositeranno una memoria di circa 500 pagine, che riassume la tesi con la quale stanno cercando di smontare per la seconda volta tutte le ipotesi dell'accusa, e per opporsi anche alle richieste di rinnovazione del dibattimento con nuove perizie. Stasi in primo grado è stato assolto.

Pilotata l'ora della morte - La difesa di Alberto Stasi ha sostenuto in aula che l'accusa ha dato più volte una versione diversa sull'ora della morte della ragazza per far combaciare questo elemento con la colpevolezza del giovane. (I punti oscuri del delitto: scheda).
Angelo Giarda e Giuseppe Colli hanno inoltre fatto notare alla Corte d'assise d'appello come sia i pm di Vigevano, sia ora il sostituto procuratore generale Laura Barbaini, hanno modificato l'orario della morte di Chiara Poggi dando in un certo qual modo versioni contrastanti.
I primi hanno collocato la morte della ragazza tra le 9.12 e le 9.35 del 13 agosto 2007, oppure dopo le 12.46. Mentre il pg l'ha collocata solo tra le 9.12 e 9.35, sostenendo tra l'altro che l'aggressione di Chiara Poggi è avvenuta in pochissimi minuti. Ipotesi queste che per i due legali non stanno in piedi in quanto "la finestra temporale" è troppo breve per commettere l'omicidio così come è stato ricostruito, anche perché la perizia disposta dal giudice di primo grado aveva messo in luce che l'aggressione era durata alcune decine di minuti.
I due legali hanno inoltre ricordato che gli accertamenti peritali chiesti dal gup Stefano Vitelli, che ha assolto Stasi, hanno dimostrato che l'ex studente bocconiano quella mattina è stato davanti al computer per scrivere la tesi dalle 9.35 alle 12.20, così come ha fatto nei giorni precedenti.
La difesa è intervenuta anche sull'sms che Alberto ha inviato a un amico trentuno ore prima dell'omicidio. Un messaggio che secondo l'accusa rappresenta "un'emergenza" e che Alberto avrebbe cancellato subito dopo l'invio avvenuto pochi minuti dopo le 2 tra l'11 e il 12 agosto.
"Non c'è nessuna prova che il messaggio sia stato cancellato", secondo i legali di Alberto che ricordano come il cellulare dell'imputato non sia mai stato sequestrato ma sia stato  consegnato spontaneamente dalla difesa molto tempo dopo la morte di Chiara".

Alberto non era in via Pascoli quando Chiara è stata uccisa - Sempre secondo la difesa, Alberto non era nella villetta di via Pascoli a Garlasco quando Chiara veniva uccisa perché "era a casa dove stava rispondendo a una telefonata della madre". Quanto alla richiesta formulata dall'accusa e dal legale della famiglia Poggi di riaprire il dibattimento chiedendo nuove analisi sui gradini delle scale su cui è stato trovato il corpo senza vita della 26enne, i legali della difesa hanno ricordato quanto già sostenuto dagli esperti nel processo di primo grado. Per la difesa "non è possibile una mappatura esatta delle macchie di sangue che c'erano sui due gradini e dunque qualsiasi ulteriore accertamento non consentirebbe di eliminare i dubbi".

Il 6 dicembre è prevista  la camera di consiglio: i giudici sono chiamati a emettere la sentenza o a scrivere l'ordinanza per chiedere la riapertura del dibattimento. 

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