Roma, muore un detenuto. E si parla di un nuovo caso Cucchi

Cronaca

Cristian De Cupis, 36 anni, è deceduto nel reparto dell’ospedale di Viterbo il 12 novembre. Aveva riferito ai medici di essere stato pestato dai poliziotti. Ma i primi risultati dell'autopsia rivelano: nessuna lesione mortale

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L'hanno trovato morto nel suo letto la mattina di sabato 12 novembre, nel reparto di medicina protetta dell'ospedale di Viterbo, quello riservato ai detenuti. Cristian De Cupis, 36 anni, era arrivato due giorni prima da Roma, dove era stato arrestato dalla polizia ferroviaria alla stazione Termini per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Subito dopo era stato portato al pronto soccorso dell'ospedale Santo Spirito per una serie di escoriazioni che, secondo gli agenti, si sarebbe procurato da solo nel tentativo di sottrarsi al fermo. Ma De Cupis, residente nel popolare quartiere della Garbatella, una lunga serie di precedenti penali e di carcerazioni alle spalle, aveva riferito ai medici di essere stato pestato dai poliziotti che lo avevano arrestato.

I primi risultati dell'autopsia hanno rivelato la presenza alcune ecchimosi e qualche escoriazione, ma nessuna lesione di organi interni tale da causare la morte. Ma il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni ha evocato l'ombra di un possibile nuovo caso Cucchi. Il 31enne Stefano Cucchi è morto il 22 ottobre 2009 in un ospedale romano alcuni giorni dopo essere stato fermato dalla polizia (qui le foto choc). Sulle circostanze e le cause della sua morte è in corso un processo.

"Invito la magistratura - ha detto Marroni - a fare al più presto chiarezza sulle circostanze che hanno portato a questo decesso, anche per evitare l'atroce sensazione di trovarsi davanti ad un nuovo caso Cucchi". Secondo Marroni, tra i due casi ci sarebbe anche un'altra analogia: "La famiglia De Cupis, come quella Cucchi, sarebbe stata avvisata dell'arresto solo dopo il decesso". Il mattino successivo al ricovero al pronto soccorso del Santo Spirito, De Cupis era stato trasferito all'ospedale di Viterbo, per essere sottoposto a una serie di accertamenti clinici, compresa una Tac. Secondo quanto si è appreso, non sarebbero state riscontrate patologie gravi. L'11 novembre, venerdì, il Gip di Roma convalidò il suo arresto, ma gli concesse i domiciliari una volta che fosse stato dimesso dall'ospedale.

Stando a quanto riferito dal Garante, "l'uomo era affetto da diverse problematiche di carattere sanitario. Chi lo ha incontrato durante i giorni del ricovero - ha aggiunto Maroni - avrebbe riferito di averlo notato a tratti agitato e a tratti lucido ma, comunque, non in condizioni che potessero far immaginare una morte repentina". "A conferma di ciò - sottolinea - la circostanza che solo due giorni prima dell'arresto si era rivolto ad una struttura di orientamento per detenuti per cercare un lavoro". Sulla vicenda il senatore dell'Italia dei Valori Stefano Pedica ha annunciato un'interrogazione parlamentare, parlando di "analogie" con il caso Cucchi.

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